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Rinviato il voto sulla vicenda Gregoretti: la maggioranza toglie una freccia alla propaganda di Salvini e lui si arrabbia

Giovedì, la Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari - come si legge in un comunicato diffuso dal Senato - ha proseguito l'esame della domanda di autorizzazione a procedere in giudizio ai sensi dell'articolo 96 della Costituzione nei confronti del senatore Matteo Salvini, nella sua qualità di ministro dell'Interno pro tempore.  Il Presidente relatore, Maurizio Gasparri, ha illustrato la propria proposta conclusiva, volta a proporre il diniego della richiesta di autorizzazione a procedere. Dopo interventi sull'ordine dei lavori dei senatori Augussori, Ginetti, Crucioli, Bonifazi, Rossomando, Stefani, Modena, Evangelista, Grasso e Paroli, ai quali ha replicato il Presidente relatore, il seguito dell'esame è stato rinviato.

Il voto in Aula era previsto per il 20 gennaio. Ieri, però, la conferenza dei capigruppo del Senato, all'unanimità, aveva deciso di sospendere i lavori sia dell’Aula che delle Commissioni dal 20 al 24 gennaio, rimandando il tutto a dopo le elezioni regionali  del 26 gennaio, che si terranno anche in Emilia Romagna. 

In funzione di ciò, anche il voto al Senato in merito all'autorizzazione a procedere nei confronti di  Salvini è stato rinviato a dopo le elezioni.

Salvini ha commentato la decisione dicendo che la maggioranza ha paura di perdere la faccia, accusandola di essere "senza onore e senza dignità"...


Ovviamente, Salvini avrebbe in ogni caso utilizzato il voto come strumento di propaganda, cambiando versione a seconda dell'esito. Se fosse stato mandato a processo avrebbe inscenato il ruolo del martire, in caso contrario avrebbe detto che sarebbe stata la dimostrazione che aveva avuto ragione ed aveva fatto bene a tenere come ostaggi migranti e militari, ecc.

Con il rinvio della votazione, a Salvini è venuto meno uno strumento in più di propaganda su cui contava molto e che, probabilmente, riteneva quasi decisivo per la vittoria alle regionali.

Certo, uno potrebbe anche chiedersi che diavolo c'entri tutto questo con il governo di una regione. Ma la gente che andrà a votare non se lo chiede, soprattutto coloro che voteranno a destra, perché altrimenti si chiederebbero anche perché diavolo Salvini percorra l'Emilia Romagna in lungo e in largo, quando il candidato del centrodestra alla presidenza della regione è Lucia Borgonzoni.

Autore Marzio Bimbi
Categoria Politica
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