Nelle scorse ore, i separatisti russi del Donbass hanno dichiarato di aver preso il controllo della città di Lyman, a nord dell'oblast di Donetsk, sede di un importante snodo ferroviario.

Notizia confermata anche in un video via social da Oleksiy Arestovych, uno dei consiglieri del presidente Zelensky, che ha poi ammesso che i russi, per come sono riusciti a conquistarla, hanno dimostrato di aver migliorato le loro tattiche e il loro modo di combattere.

Sulla stessa linea di Lyman, ma più a est, i russi continuano il tentativo di accerchiamento dell'esercito di Kiev nelle città di Severdonetsk e Lyshchansk, dopo aver sfondato durante la scorsa settimanale le linee ucraine più a sud, nei pressi della città di Popasna.

E mentre infuria la battaglia nel Donbass dove il 90% delle città chiave è ormai da tempo sotto i bombardamenti, con edifici e strutture chiave danneggiati o distrutti, a sud i russi, oltre a cercare di avanzare  verso Odessa, rafforzano le loro posizioni, guardando ad una possibile avanzata verso Zaporizhzhia.

Lo sforzo bellico russo è evidente, così come la disparità di risorse e uomini, rispetto all'esercito ucraino, ma per sostenere tale sforzo, però, Mosca sta dimostrando di essere arrivata al punto di "raschiare il barile", tanto da dover ricorrere all'utilizzo dei carrarmati T-62, mezzi corazzati di oltre 50 anni fa, fatti arrivare nell'Ucraina meridionale negli ultimi giorni. Inutile dire quanto possano essere inadatti a fronteggiare le attuali armi anticarro!

Però, come ha dichiarato questa mattina il premier britannico, Boris Johnson, i russi stanno continuando a "masticare terreno" nel Donbass, aggiungendo che Putin sta facendo progressi graduali, lenti, ma palpabili. Per questo, ha proseguito, diventa necessario inviare in Ucraina armi offensive più efficaci, compresi i sistemi missilistici a lancio multiplo a lungo raggio.

Qualche ora prima, nel solito discorso serale, Zelensky, aveva nuovamente ribadito la necessità che gli alleati fornissero armi più potenti all'Ucraina, compresi i sistemi MLRS, anche per impedire all'esercito russo di continuare a bombardare gli edifici residenziali dei villaggi e delle città del Donbass, ponendo fine all'attuale massacro di civili, definiti dal presidente ucraino un vero e proprio genocidio. In base ai numeri ufficiali forniti finora dall'Onu, sono 8.691 le vittime civili dell'invasione russa dell'Ucraina, di cui 3.998 i morti e 4.693 i feriti. Numeri parziali, parzialissimi... destinati a crescere.

Le armi offensive più "pericolose" fornite finora all'Ucraina sono gli obici. La fornitura maggiore è quella degli Stati Uniti che, come dichiarato dal Dipartimento della Difesa di Washington, hanno già inviato 85 dei 108 obici M777 assegnati a Kiev.

Gli M777 Howitzer sono dei "cannoni" da 155 mm facilmente trasportabili nelle zone di operazione. Le munizioni che riescono a sparare hanno mediamente una gittata intorno ai 25 Km e un diametro di precisione intorno ai 10 metri. Pertanto, queste armi possono costituire una barriera all'avanzata di carri armati, mezzi e uomini, ma non possono impedire il lancio dei missili balistici, l'unica arma che finora ha permesso a Mosca di supportare al meglio la sua invasione. I sistemi di difesa di cui sono forniti gli ucraini, per numero e capacità, non possono abbattere la pioggia di missili che quotidianamente si abbatte, adesso, soprattutto sul Donbass.

Quindi, considerando la nuova piega che sta prendendo la guerra, gli americani si sono adesso convinti di dover inviare in Ucraina i lanciarazzi MLRS (Multiple Launch Rocket System) e Himars che hanno una gittata e un volume di fuoco maggiore rispetto agli obici, e sono in grado di colpire con precisione anche obiettivi in territorio russo, dove sono presenti, come ad esempio a Belgorod, piattaforme per il lancio di missili.

Lo ha confermato la Cnn, la stessa che meno di due settimane fa aveva riportato fonti interne all'amministrazione Biden che annunciavano che MLRS e Himars non sarebbero stati inviati in Ucraina.  Il timore di Biden era che questo tipo di arma potesse creare un'escalation del conflitto, per la possibilità di colpire oltre i confini dell'Ucraina, in territorio russo. Quelle armi possono avere una gittata fino a 300 Km.

E a questo punto, non è escluso neppure che dalla Polonia non arrivino in Ucraina anche i Mig tanto richiesti da Zelensky all'inizio dell'invasione.

Come è chiaro a tutti, ormai, di tregua e tantomeno di pace, non si parla più e l'escalation militare sembra ormai inevitabile, come imprevedibili saranno le sue conseguenze.

Questo l'ultimo bollettino ucraino con le perdite subite dai russi a partire dal 24 febbraio: 29.750 soldati, 1.322 carri armati, 3.246 veicoli corazzati da combattimento, 623 pezzi di artiglieria, 201 sistemi di lancio multiplo di razzi, 93 missili terra-aria, 170 elicotteri, 206 aeroplani, 503 droni e 13 imbarcazioni.