Il governo della Malaysia ha disposto il divieto di esportazione di pollo per ridare fiato alla catena alimentare nazionale, messa in crisi dall’aumento del prezzo dei mangimi di importazione.

Con il mangime più caro, i polli vengono nutriti di meno, per cui crescono di meno e più lentamente. Oltre al blocco dell’export, il governo ha proposto di sostituire il loro solito mangine con un alimento di cui vi è abbondanza in Malaysia: gli scarti delle noci di palma.

A Singapore c’è molta preoccupazione per la decisione malesiana di proibire l’export, perché l’improvviso deficit di carne di pollo potrebbe avere serie ripercussioni sulla distribuzione alimentare del Paese.

E vi è sentore di nuovi blocchi: l’Indonesia ha vietato l’export di olio di palma, mentre l’India potrebbe fare lo stesso con lo zucchero e Thailanda e Vietnam potrebbero fare cartello per alzare il prezzo del riso.

Il premier singaporese Lee Hsien Loong ha avvertito i suoi concittadini a prepararsi a nuovi eventi che potrebbero rompere la catena alimentare nazionale: dalla Malaysia Singapore importa un terzo del fabbisogno di pollo, mentre i prezzi dei generi alimentari stanno comunque crescendo e l’inflazione di fondo è al massimo da dieci anni a questa parte.