Anche se l'attenzione di tutti è puntata sulla celebrazione del 9 maggio a Mosca, in Ucraina la guerra continua e contro l'oblast di Odessa i russi, questa mattina, hanno lanciato dalla Crimea quattro missili da crociera, mentre, secondo Kiev, la Russia ha rafforzato le proprie unità a Belgorod, nel tentativo di sfondare le difese ucraine nel Donbass, a partire da Donetsk.
Sempre secondo quanto dichiarato dall'esercito ucraino l'attività delle forze russe si starebbe adesso concentrando in direzione di Slobozhanske e Donetsk, e nelle prossime ore potrebbe essere supportata da una ripresa degli attacchi missilistici in tutto il Paese.
Anche al sud, nel Mar Nero, a dimostrazione di una manovra di accerchiamento intesa ad intensificare il conflitto, la Russia avrebbe schierato da ieri almeno 6 navi e 2 sottomarini di fronte alle coste dell'Ucraina, unità pronte a combattere ed equipaggiate con oltre 50 missili da crociera.
Questi i dati dell'ultimo bollettino ucraino con le presunte perdite russe dal 24 aprile: 25.650 soldati, 1.145 carri armati, 2.764 mezzi corazzati per il trasporto di personale, 1.970 veicoli e cisterne di carburante, 513 sistemi di artiglieria, 185 sistemi di lancio multiplo di razzi, 87 sistemi di difesa antiaerea, 158 elicotteri, 199 aerei, 377 UAV e 12 imbarcazioni.
Secondo l'intelligence britannica la Russia sarebbe a corto di armi di ultima generazione e a breve inizierà ad utilizzare razzi e missili di vecchia generazione, ancor meno precisi di quelli attuali, causando così ancor più distruzione di quanto non abbia già fatto finora. Armi, però, che saranno anche più facilmente intercettabili.
Sul fronte diplomatico, il Regno Unito annuncia nuove sanzioni a Russia e Bielorussia per un valore di 1,7 miliardi di sterline che colpiranno il commercio di platino, palladio, prodotti chimici, plastica, macchinari...
Invece, secondo quanto dichiarato al Financial Times dal ministro degli Affari esteri dell'Ue, Josep Borrell, nuove sanzioni contro la Russia dovrebbero prendere in considerazione la possibilità di sequestrarne le riserve valutarie finora congelate, per aiutare così a pagare i costi della ricostruzione dell'Ucraina una volta finita la guerra.