Così parlò Mourinho alla vigilia della finale 2023 di Europa League, Siviglia-Roma, ai giornalisti riuniti nella sala stampa della Puskas Arena.
Che percorso è stato quello della Roma in Europa League finora?“Tragitto lungo, diverso rispetto a quello del nostro avversario che viene dalla Champions. Noi abbiamo fatto 14 partite in questa competizione, per arrivare qui. Senza dubbio lo meritiamo. Per questo che dalla settimana scorsa, durante il media open day della UEFA, che ripetiamo di voler giocare questa finale. È così, vogliamo giocare questa finale, sta arrivando l'ora. Abbiamo lavorato su questo negli ultimi due o tre giorni per cercare di stare in condizione e lottare per questo titolo”.
Lei ha detto che la storia non gioca. Come si contiene l'emozione, la pressione, l'entusiasmo?“Io penso lavorando. È quello che abbiamo fatto in questo poco tempo. È una squadra che negli ultimi due mesi ha giocato quarti di finale, semifinale, partite di campionato, viaggi. Non abbiamo avuto molto tempo per lavorare, ma più di recuperare e stare al meglio possibili. Ma negli ultimi due giorni abbiamo avuto questa possibilità.Più saranno tranquilli i giocatori che vanno in campo, meno sarà la pressione. Io dico la storia non gioca. Il mio collega Mendilibar la pensa diversamente. E io ho tanto rispetto per lui. Lui pensa che il Siviglia sia favorito per la storia.Noi siamo in una finale perché lo abbiamo meritato. Loro hanno una storia che noi non abbiamo. Un'esperienza che noi non abbiamo. Per loro giocare una finale di Europa League è diventato quasi una cosa normale, per noi è un evento straordinario. Per i loro tifosi viaggiare per una finale europea è quasi la stessa cosa che viaggiare in Spagna per partite di campionato, mentre per i nostri tifosi è qualcosa di storico, di indimenticabile. Ma domani, quando la partita inizierà, vorremo stare lì. E saremo lì”.
Tredici anni fa a Madrid vinse la Champions con l'Inter completando il triplete, ma poi se ne andò. Visto che con i tifosi della Roma si è creato un gran rapporto, qualcuno pensa non è che Mourinho ci regala un'altra gioia e poi se ne va? Così, magari, diventa una gioia a metà.“Io penso che se qualcuno ha una domanda del genere può farla a Mendilibar, che non ha contratto. E sembra che la sua situazione sia più complicata della mia.Io ho parlato con i miei due capitani, che mi hanno fatto una domanda simile alla tua, a loro ho risposto in modo molto obiettivo, loro sanno perfettamente quello che penso io. Ed è una cosa tra me e loro. C'è una differenza molto grande con la situazione dell'Inter. All'epoca era praticamente fatta con il Real Madrid, mancava solo la firma. Ora io non ho contatti con altri club. Stiamo parlando di una situazione molto diversa. Ma l'io non è importante. Conta il noi, noi, noi. E domani saremo noi. Così vogliamo giocare, noi vogliamo giocare”.
Mister, ho parlato con alcuni amici e colleghi di Madrid. Le porto un messaggio da parte loro: “Il Siviglia è una grandissima squadra, ma la Roma ha qualcosa in più e quel qualcosa in più si chiama José Mourinho”. Glielo volevo riportare, a Madrid le vogliono ancora tanto bene.“Io voglio tanto bene al Madrid. C'è una situazione unica. Voglio tanto bene al presidente e tanto bene all'allenatore. Figurati com'è il rapporto tra me, il club e i madridisti. Ma l'allenatore non gioca, lavora tanto prima della partita, durante la partita lavora poco. Ho detto ai miei ragazzi, agli assistenti, agli analisti, ho detto oggi che il nostro lavoro è finito. Siamo qui per aiutare un pochino, ma ora la storia la fanno i ragazzi. I colleghi di Madrid dicono bene. Il Siviglia non è solo una grande squadra, sono due grandi squadre. Hanno 25-26 giocatori di altissimo livello. Hanno un bambino, Bueno, l'unico della Primavera, che ha giocato contro il Real Madrid. Poi hanno esperienza, qualità, tante opzioni. Quello che dicono i colleghi di Madrid lo condivido.Però loro non conoscono i miei ragazzi, non conoscono la mia squadra in quanto squadra. E domani noi saremo lì”.
In questa partita pesa di più l‘esperienza di un allenatore, in questo caso la sua è superiore a quella di Mendilibar, o il curriculum della squadra, e qui quella del Siviglia in Europa è superiore? Oppure, il monte ingaggi del club, con quello della Roma che è più alto? “Non dirmelo che non ci credo. È vero questo? È curioso, visto i giocatori che ha il Siviglia, se il monte ingaggi della Roma è più alto allora i giocatori del Siviglia guadagnano poco. Stiamo parlando di giocatori tutti di alto livello. Noi abbiamo anche ragazzini che fino allo scorso anno giocavano nelle giovanili. Se giocatori come Zalewski, Bove, Tahirovic guadagnano di più di Lamela, Montiel e En Nesyri allora questi sono sottopagati. Non credo che sia così. Sull'esperienza mia e di Mendilibar la differenza è che io ho avuto più opportunità di giocare in Europa, parliamo di due allenatori della stessa generazione, con gli stessi anni di esperienza e con gli stessi capelli bianchi. Siamo in una situazione molto simile. Per i giocatori è lo stesso, ovvio che i loro hanno un'età più alta, più esperienza, più finali ma non è che i miei arrivino qui senza nulla. Abbiamo due anni di lavoro insieme, 29 partite europee accumulate in due anni”.
Nella Roma, in questi due anni, cosa ha avuto di diverso rispetto all'esperienza al Tottenham?"La Roma mi ha dato la possibilità di giocare le due finali che abbiamo conquistato, a Tirana e quest'anno, il Tottenham no".
E ai giornalisti che gli chiedono insistentemente notizie sulle condizioni di Dybala Mourinho risponde così:
“Dybala? 20-30 minutini ce li ha”.
Quante possibilità avrà la Roma di aggiudicarsi questa partita?
Beh, innanzitutto il Siviglia sembra abbia fatto un contratto con la Uefa per aggiudicarsi l'Europa League. Era però il Siviglia di Unai Emery, che oggi allena l'Aston Villa in Premier League. Ma bisogna anche sottolineare che, fino a due mesi e mezzo fa, pochi avrebbero scommesso che gli spagnoli arrivassero in finale dopo esser finiti nella zona bassa della classifica de la Liga. È stato dall'arrivo di Mendilibar che la squadra ha ritrovato la forma e la fiducia di un tempo, perdendo solo una partita su 14 in tutte le competizioni in cui era impegnata.
L'espulsione di Marcos Acuna, terzino sinistro che ha vinto la Coppa del Mondo, nella gara di ritorno contro la Juventus non consentirà all'argentino di essere della partita. Una buona notizia per la Roma, visto che è il secondo miglior crossatore della squadra dietro Navas ed è anche in grado di operare da centrocampista aggiunto.
Però, in campo ci saranno giocatori del calibro e dell'esperienza di Ivan Rakitic e Jesus Navas che, nonostante l'età, sono stati determinanti contro la Juve: il primo dettando i tempi a centrocampo e il secondo non smettendo mai di correre. Poi, c'è anche l'ex di turno Erik Lamela che sotto Mendilibar sembra esser rinato.
Contro la Juventus, il Siviglia ha dimostrato di avere gli strumenti per scardinare le squadre come la Roma che si chiudono in difesa per partire poi in contropiede, come si è visto contro la Juventus, cercando di sfruttare le fasce e far arrivare a raffica palloni in area. Nell'ultima partita di campionato, la Roma ha dimostrato di soffrire e non poco gli esterni veloci, tanto che con due trame di gioco impostate da Dodo e Kuoame sulla destra, la Fiorentina in cinque minuti ha ribaltato il risultato.
E i pro per la Roma?
Il rientro di Chris Smalling, principale punto di forza della difesa, come dimostrano i match vinti contro Real Sociedad e Leverkusen, che non sono riuscite a segnare. Poi c'è il fattore Mourinho, esperto in finali, che con un risultato positivo potrebbe diventare il primo allenatore a vincere l'Europa League con tre squadre diverse.
C'è però il problema attacco. La mancanza di gol da parte degli attaccanti è stata senza dubbio il problema principale della Roma e gli infortuni di Paulo Dybala non hanno certo migliorato la situazione. Tammy Abraham, ottimo la scorsa stagione tanto da non aver fatto rimpiangere l'addio di Dzeko con ben 27 gol realizzati, quest'anno non si è ripetuto sugli stessi livelli, segnando solo una volta in Europa League. Deludente anche Andrea Belotti, lontanissimo da quello dei primi anni al Torino.
L'incontro inizierà alle 21 alla Puskas Arena di Budapest sotto la direzione dell'arbitro inglese Anthony Taylor, coadiuvato in campo da Gary Beswick e Adam Nunn. Il quarto uomo è Michael Oliver, mentre al Var è stato assegnato Stuart Attwell.
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