Aung San Suu Kyi, dopo il colpo di Stato in Myanmar è stata messa in carcere dai golpisti che l'hanno accusata di corruzione per aver accettato, anche se non è ben chiaro da chi, 600mila dollari in contanti e 11 kg d'oro. A questa accusa, se ne erano aggiunte altre che la indicano come responsabile di aver incitato la popolazione all'insurrezione, oltre al possesso di walkie-talkie illegali.

Secondo quanto comunicato all'agenzia Reuters da Khin Maung Zaw, l'avvocato che coordina la difesa di Aung San Suu Kyi, la sua assistita, così come tre dei suoi ormai ex ministri ed un consigliere economico australiano anch'esso detenuto, Sean Turnell, è stata anche accusata di aver infranto una legge sui segreti di Stato, risalente all'epoca coloniale. L'avvocato ha detto che tutti e cinque erano stati incriminati una settimana fa in un tribunale di Yangon, ma che ne era venuto a conoscenza solo da un paio di giorni.

Nel frattempo, la 75enne Suu Kyi giovedì è comparsa in tribunale in collegamento video per rispondere di alcune delle accuse sopra elencate. Uno dei suoi avvocati, Min Min Soe, ha detto che le sue condizioni di salute sembravano buone.

Intanto, proseguono le proteste nel Paese. Negli scontri di ieri sono stati almeno 15 i morti, un dato che porta il totale delle vittime dall'inizio delle proteste dopo il golpe del 1 febbraio ad ameno 536, secondo quanto riporta l'Associazione per l'assistenza ai prigionieri politici (Aapp). Di queste, almeno 43 erano minori (fonte Save the Children). Sono state poco meno di 3mila le persone tratte in arresto.