Nell'annunciare l'intervista di mercoledì su RTL 102.5, in cui avrebbe risposto "senza filtri, alle telefonate e ai messaggi" degli ascoltatori, il ministro dell'Interno Salvini aveva dichiarato: "Qualche burocrate europeo attacca l'Italia? Noi non ci fermiamo, il diritto al lavoro e alla salute non si toccano."

Questo è ciò che ha dichiarato.

"Siamo qua per lavorare, migliorare la vita degli italiani. Da Bruxelles dicono solo che non bisogna toccar la legge Fornero. Si commenta da sola. C'è un attacco all'economia italiana perchè qualcuno vuole comprare le nostre aziende sottocosto. Andiamo avanti. Da Bruxelles possono anche mandare 12 letterine, ma la manovra non cambia. ...

Se insistono a tirare schiaffoni a caso mi verrebbe voglia di dare più soldi agli italiani – ha continuato – Se la gente lavora di più, spende di più e paga le tasse. E' logica. Bisogna ricordare che in Italia ci sono 5 milioni di poveri. Io voglio rimettere un po di soldi nelle tasche degli italiani. ...

Tutte le manovre passate negli anni scorsi a Bruxelles hanno fatto crescere il debito di 300 miliardi di euro."


La legge di bilancio, destinata ormai a diventare un catalizzatore degli avvenimenti politici ed economici italiani dei prossimi mesi, almeno fino alla sua approvazione, non ha nulla da temere dalla Commissione Ue in scadenza di mandato. È un fatto che oramai conoscono tutti. Come tutti hanno oramai capito che lo scontro con Bruxelles verrà pure utilizzato in chiave elettorale dai populisti italiani. Il problema riguarda i mercati, ma il Governo sembra ignorarlo.

Nella vicenda c'è comunque un aspetto da considerare, quello delle regole, che il Governo e i suoi due rappresentanti Salvini e Di Maio, in questo caso, ritengono opportuno ignorare.

La Commissione Ue ha applicato le regole che l'Italia ha sottoscritto ed in base a quelle ha bocciato la legge di bilancio del nostro Paese per il 2019. Lo ha ammesso più volte anche il ministro dell'Economia Tria che l'Italia con questa manovra non sta rispettando le regole, ma ha scelto di farlo nella convinzione di cercare di fare meglio rispetto a quanto gli altri governi hanno fatto in passato.

Giusto? Ognuno è libero di giudicare in base alle proprie convinzioni. Quello che però è inaccettabile è che le stesse persone che pretendono di derogare dalle regole per il bene degli italiani, si richiamino invece al rispetto delle regole se a violarle, e non è neppure detto che ciò sia accaduto, siano altri che, pure loro, cercano di risolvere problemi e migliorare la condizione di vita delle persone.


Ce lo dimostra la cronaca di questi giorni, con la vicenda del sindaco di Riace, Mimmo Lucano. I rappresentanti del Governo, più volte e in più occasioni, si sono dati il cambio, come in una staffetta, nel far sapere agli italiani che le regole vanno rispettate, sempre!

Ma come! Gli stessi magistrati che hanno ritenuto opportuno arrestare Lucano non sono riusciti a trovare alcun riscontro che dimostrasse che quanto da lui fatto fosse motivato da un qualche ritorno economico o da qualche altro interesse. Lucano ha cercato di agire per far rinascere un paese come Riace che stava morendo e di dare un senso pratico all'accoglienza dei migranti... regolari, aventi diritto di risiedere in Italia.

Perché in questo caso, e va comunque sottolineato, se le regole sono state ignorate, Salvini e Di Maio condannano il sindaco Lucano, mentre assolvono se stessi per ignorare le regole dell'Europa? Oltretutto, sono loro stessi ad affermarlo. Non c'è neppure da metterlo in dubbio. Perché il loro modo di agire dovrebbe essere corretto e quello del sindaco di Riace no? Entrambi non perseguono il bene comune e non cercano di fare il bene del prossimo?

Nel condannare Lucano c'entra forse il colore della pelle?