Enrico Letta è stato eletto nuovo segretario del Partito Democratico
Enrico Letta è il nuovo segretario del Partito Democratico. Lo ha eletto domenica 14 marzo l'Assemblea nazionale del partito, riunitasi in modalità webinar, con 860 voti a favore, 2 contrari e 4 astenuti
Questo è stato l'intervento in cui Letta ha esposto indirizzi e confini della linea politica del partito:
Come sarà il Pd di Letta? Progressista, riformista e radicale, indicando come fari di riferimento della sua azione politica, Jacques Delors e Romano Prodi:"Dobbiamo mettere insieme l'anima e il cacciavite e non staccarle mai. Abbiamo bisogno di sapere qual è la vite da girare per mettere insieme valori e cose pratiche. Dobbiamo essere progressisti nei valori, riformisti nel metodo e avere la radicalità nei comportamenti individuali di ognuno di noi. Io oggi mi candido a nuovo segretario del Pd. Ma so che non vi serve un nuovo segretario, l'ennesimo. Ma vi serve un nuovo Pd. Io scelgo il Pd, perché stavo facendo altre cose. Io ci sono, perché ritengo che questa sfida sia essenziale. Lo è per l'Italia e per l'Europa".
Ma come si concretizzerà il progressismo radicale e riformista di Letta? Per quanto riguarda le alleanze in questi termini:"Io credo nella coalizione. Dobbiamo costruire un nuovo centrosinistra su iniziativa e leadership del Pd. Parlerò con tutti coloro che sono interessati a un dialogo. Parlerò con Speranza, con Bonino, con Calenda, con Renzi, con Bonelli, Fratoianni, con tutti gli altri possibili interlocutori anche nella società".
Il Pd di Letta dovrà essere il partito dei giovani, dichiarandosi favorevole al voto ai sedicenni:"Dobbiamo essere il partito dei giovani. Se non riusciremo a coinvolgere i giovani io avrò fallito il mio obiettivo. Voglio mettere in piedi una Università democratica, mettere insieme tutte le energie e le forze che dobbiamo avere".
È finito il tempo del Pd come partito della responsabilità?"Noi non dobbiamo essere la Protezione civile della politica, cioè il partito che è costretto ad andare al potere perché se no gli altri sbandano. Perché se lo facciamo diventiamo il partito del potere. Si vincono le elezioni, se non si ha paura di andare all'opposizione".
Poi è il momento dei ringraziamenti e degli auspici...
"Ti ringrazio Nicola per avermi cercato, se avessi dovuto scegliere una persona alla quale succedere, quello sei tu. E' un onore. Abbiamo un carattere abbastanza simile"."E' l'anno più buio della nostra storia repubblicana, è il peggiore anno della nostra storia repubblicana. Centomila morti. È scesa la speranza di vita. Gli anziani soli, lo smarrimento. ... Noi siamo vicini alla liberazione. Sappiamo che fino all'estate ci aspetteranno nuovi lutti e sofferenze. Ma siamo di fronte a uno sforzo finale e speriamo che la liberazione che avverrà, avverrà grazie alla scienza, al vaccino e alla cooperazione tra paese, ricercatori e istituzioni. ... La caduta della pandemia avrà lo stesso effetto che ebbe per me e per la mia generazione la caduta del muro di Berlino. E quando cadrà la pandemia, deve essere festa come fu allora".
E poi anche un messaggio, indiretto, a Matteo Renzi:"Lascio tutti gli incarichi che ho avuto fino ad adesso con retribuzione perché ritengo ci debba essere una trasparenza e una nettezza totale. Mantengo sono la presidenza della fondazione Jacques Delors, non retribuita".
L'assemblea ha eletto anche Walter Verini come tesoriere nazionale, con 775 voti favorevoli, 4 contrari e 23 astenuti.
Così Gianni Cuperlo, che rappresenta l'anima a sinistra del Partito Democratico, ha commentato l'elezione di Letta:
"Da qualche minuto Enrico Letta è stato eletto segretario del Pd. A lui gli auguri più sinceri per un lavoro impegnativo e difficile, ma necessario. Gli ho espresso il mio sostegno e qui di seguito mi fa piacere darne alcune ragioni. ...Vorrei motivare le ragioni che mi spingono, assieme a tanti amici e compagni che hanno condiviso in questi anni un’idea innovativa della sinistra, a votare Enrico Letta quale prossimo segretario del Pd.La prima ragione è la più semplice da riconoscere: fuori da noi e dalle nostre discussioni c’è un paese che soffre. Che affronta una delle pagine più drammatiche della sua storia, non solo recente. Centomila morti. Centinaia di famiglie in una condizione di povertà. L’angoscia che penetra dentro case dove genitori, figli, nipoti, si interrogano sul lavoro che non c’è e su diritti che si perdono. E ancora, il vaccino come una speranza che a breve da questo incubo si possa uscire. Per tutto ciò il Pd ha bisogno di una guida salda fino dalle prossime ore. Questo anche per sostenere con più efficacia e autonomia l’azione decisiva del governo Draghi contro l’epidemia, per il sostegno alle fasce più colpite dalla crisi, per il rilancio di una economia sostenibile sul piano sociale e ambientale e per la gestione rigorosa delle risorse di Next Generation EU. Enrico Letta possiede la statura e l’esperienza per assolvere degnamente a questo ruolo.La seconda ragione riguarda noi: questo partito e questo simbolo. bCiò che siamo oggi e il nostro modo di discutere, di organizzarci, di vivere sui territori e in mezzo alle persone, di selezionare la nostra classe dirigente a ogni livello. Questo complesso di problemi, di limiti, di errori, ha avuto un peso decisivo nella scelta che ha portato Nicola Zingaretti alle dimissioni. Dinanzi a quel gesto pensiamo che solo un confronto sincero, capace di coinvolgere l’intera comunità di nostri iscritti, militanti, elettori, un confronto che possa valorizzare giovani, donne, associazioni e forze vitali del civismo, dei movimenti, dei sindacati, solo un confronto di questa natura può ricongiungere il Pd alla parte di società che oggi guarda a noi con un sentimento di delusione, ma assieme coltivando uno spiraglio di speranza. Se vogliamo restituire fiducia a quella parte dobbiamo avere il coraggio di cambiare radicalmente tutto quanto è necessario cambiare. Lo diciamo perché siamo convinti che oggi di un Pd rifondato e promotore del campo largo di un centrosinistra nuovo ha bisogno il paese, almeno se pensiamo che una alternativa alla destra sia decisiva. Il punto è che il partito com'è adesso certifica quasi la negazione del disegno che ne stava all'origine.Otto segretari, due scissioni guidate dai due leader più longevi, l’ultima rivolta in modo esplicito a colpire il Pd, un correntismo depurato da un vero conflitto tra idee e politiche e ridotto a filiere di comando: ecco perché, appena le condizioni lo renderanno possibile, è giusto arrivare a un congresso dove finalmente il capitolo dell’identità del Pd si affermi nella più limpida trasparenza sul piano dei valori, delle idee e delle alleanze politiche, sociali, territoriali che sceglieremo di porre al centro della nuova stagione e dell’alternativa alla destra.La verità è che dopo l’anno terribile alle spalle e quello difficile che stiamo vivendo non solo in Italia, la sinistra è chiamata a riscrivere intere categorie del proprio pensiero. Bisogna riconsiderare il modo in cui abbiamo affrontato l’ultimo trentennio, nella lettura di rivoluzioni profonde, tecnologiche ma non solo, e di disuguaglianze via via più invalidanti. Un mondo scomposto a cui va ridato un ordine: è questa la sfida che sta dinanzi a noi.Pensiamo all’idea di Stato, al ruolo del ‘pubblico’ che la pandemia rilancia, dalla sanità alla scuola sino al valore dei beni comuni, al significato rivoluzionario di una effettiva parità di genere in ogni ambito cominciando dal rimettere al centro dell’agenda il capitolo dei diritti umani globali, in primo luogo quelli delle donne.Questo dibattito investe le culture dei democratici e della sinistra, qui, in Europa e oltre oceano.Noi abbiamo il compito di agganciare il Pd al mondo che verrà, di non farlo deragliare restituendo anche una dote di orgoglio a tante e tanti che, senza riflettori addosso, tengono in vita i circoli, fanno le tessere, discutono ogni volta che ne sentono il bisogno oppure, come è accaduto in questi mesi, raccolgono beni alimentari per chi non ce la fa.Ora, da subito, bisogna affrontare la prova del voto amministrativo in città importanti e in centinaia di comuni. Dobbiamo farlo costruendo il campo più largo a sostengo delle candidate e candidati del centrosinistra, rafforzando l’alleanza col Movimento 5 Stelle e LeU.Ci attendono mesi difficili, impegnativi. Ci attende un tempo dove i conflitti per una distribuzione equa delle risorse a partire dai vaccini, per una salvaguardia del pianeta, per una rigenerazione della democrazia aggredita e segnata dalla pandemia, ci chiameranno a una battaglia culturale e politica. Noi dobbiamo essere pronti ad affrontare questo tempo, fuori da piccole rendite di potere e dentro la sfida alla destra dei prossimi anni. Sempre e comunque dalla parte di chi ha più bisogno di battersi per la propria libertà, i propri diritti, la propria dignità.Auguri al nuovo Segretario del Partito Democratico. Auguri a una sinistra oggi da ripensare, riorganizzare, rifondare. Auguri alla comunità delle Democratiche e dei Democratici".