"Una contraddizione in termini cui non si dà l'uguale, essere Papa ad un tempo ed esser liberale"!

Un concetto comportamentale che già nelle fasi del Risorgimento, purtroppo, era nelle note degli atteggiamenti della politica e che, tutt'ora, fa da principe anche ai nostri giorni.

Atteggiamenti o dichiarazioni dei partiti o degli uomini politici che li rappresentano, possono sembrare di una contraddizione che rasenta un disturbo dissociativo di identità ma che, in ultima analisi, se si ha la pazienza di analizzarli attentamente, ci si accorge che è una strategia ben mirata per confondere e disorientare l'opinione pubblica sulle vere intenzioni e sui veri obbiettivi politici che si vogliono, in realtà, raggiungere!

Ma veniamo al fatto, per non lasciarci sfuggire questa chiotta occasione nel dimostrare, ancora una volta, che la politica, come sempre è stata e sempre sarà, con se stessa e non con le esigenze e i diritti della gente.

E il fatto è questo. Semplice nel raccontarlo quanto pregno di significato politico!

Tutti conosciamo il fatto successo che riguarda il calciatore Suarez e dell’indagine che i PM di Perugia stanno svolgendo sul fatto per appurarne la verità sulla questione che loro stessi hanno definito “farsa” e cioè l’esame sostenuto dal medesimo calciatore per il quale aveva ottenuto la cittadinanza italiana.

Ma, sicuramente, quello che è meno noto a tutti, è come la politica della città e dell’Umbria, sta reagendo a questo increscioso fatto morale.

Il Comune di Perugia chiede a Regione e Provincia la collaborare per fare la chiarezza necessaria sull’Università per Stranieri di Perugia per evitare che la medesima sia vittima di un colpo mortale che ne mini la sua funzione e altrettanto sulla sua condotta morale nella gestione.

Il polo universitario a Perugia, tanto quello nazionale che quello per stranieri, è un fattore molto importante per il prestigio, anche a livello mondiale, tanto della città quanto della Regione.

A tale scopo, nell’ultimo Consiglio comunale, il Sindaco e l’assessore alla cultura Leonardo Varasano, mettendo in evidenza che l’amministrazione comunale segue con estremo interesse l’evolversi della situazione, auspica una immediata e completa chiarezza in merito.

E fino a qui nella di eccezionale; solo una dichiarazione “politico statica” di prassi per far vedere che loro ci sono e che sono interessati alla faccenda auspicando, nel medesimo tempo, che si concluda al più presto possibile!

Successivamente, in un passo del suo discorso, sempre al medesimo Consiglio comunale, il sindaco l’ha riservato alla coesione che tutti dovremmo avere in questo frangente per la ripartenza dell’Università dicendo: “Ciò che conta è che, in situazioni come questa, la città sia il più possibile coesa e compatta”.

Una verità più vera di questa non è possibile definirla ma, come dice il proverbio “Quello che è dato è reso”.

Ora c’è da vedere a chi era rivolto l’appello di coesione del sindaco Andrea Romizi! Se fosse per le istanze sociali della città a lui politicamente affini, non dovrebbe avere grandi problemi ma, se per caso, si fosse rivolto anche ai cittadini che non hanno la sua stessa prospettiva politica, la faccenda per lui si complicherebbe abbastanza perché la partita doppia “dare/avere” non pende certo favorevolmente dalla sua parte!

La fiducia che vogliono, dai cittadini, i partiti e i soggetti che li rappresentano, specialmente quanto si parla del Comune della propria città, la devono costruire giorno per giorno attraverso il coinvolgimento dei propri amministrati sulle soluzioni da dare ai problemi che giornalmente si presentano all’orizzonte, a prescindere dalla tessera che hanno in tasca o da quale parte delle ideologie si trovano.

Ed a Perugia queste condizioni della politica non ci sono proprio!

E come si diceva nel titolo; c’è solo una politica che sta con se stessa e non con le esigenze e i diritti della gente.

Giampiero Tamburi (Perugia: Social City)