L'esercito israeliano protegge i coloni che danno fuoco a dei campi in Cisgiordania ed incolpa i palestinesi degli incendi
Venerdì 17 maggio coloni israeliani hanno appiccato il fuoco a dei campi non coltivati a Burin e Asirah al-Qibliyah, in Cisgiordania.
In entrambi i villaggi i coloni hanno lanciato pietre alle case dei residenti. Ad Asirah al-Qibliyah, un'area controllata da torri di guardia militari, un colono ha persino sparato colpi in aria. I soldati presenti non solo non hanno arrestato gli aggressori, ma hanno anche impedito ai palestinesi di avvicinarsi ai loro terreni per spegnere l'incendio.
I campi incendiati di Burin sono situati a circa 400 metri dalle case del villaggio e a un chilometro dall'insediamento israeliano di Giv'at Ronen. I militari proibiscono ai palestinesi di entrare in quella zona e consentono l'accesso solo due volte all'anno, ma solo dopo aver ricevuto l'autorizzazione preventiva dalle forze di sicurezza di Tel Aviv.
Ad un certo punto, sono stati però gli stessi coloni a spegnere l'incendio, probabilmente preoccupati che il vento lo indirizzasse verso il loro insediamento.
Come avviene in casi analoghi, nessuno di quanti hanno appiccato gli incendi è stato arrestato o indagato, dal momento che i coloni godono di un'immunità quasi completa.
I militari hanno persino incolpato i palestinesi di esser stati loro ad appiccare il fuoco nell'area di Asirah al-Qibliyah, salvo poi, seppure parzialmente correggersi dopo la diffusione da parte della Ong B'Tselem del filmato che segue...
Quanto riportato è solo un esempio di quello che accade quotidianamente da anni nei Territori Occupati della Cisgiordania.
Fonte: B'Tselem