La Reuters, la grande agenzia di stampa specializzata nella diffusione di notizie in formato multimediale, ha comunicato il lancio di un interessante strumento interattivo online che ha battezzato "States of the Nation".

Realizzato in collaborazione con l'istituto di ricerca Ipsos, "States of the Nation" fornisce ogni settimana un sondaggio aggiornato sui due principali candidati nella corsa per la Casa Bianca.

Ma l'aspetto che rende unica questa iniziativa è la possibilità di verificare in che modo l'esito del voto potrebbe cambiare in funzione della variazione del numero dei votanti, sia complessivamente che relativamente a gruppi ben definiti e identificati sulla base dell'etnia, del reddito, dell'appartenenza politica, dell'età e del sesso. Tutte variabili queste che un qualsiasi utente può modificare per creare scenari diversi.

Alla base di tutto sta un sondaggio realizzato da Reuters e Ipsos, che, raccogliendo ogni settimana le intenzioni di voto di oltre 15.000 americani, può a buon diritto essere considerato il più grosso mai realizzato per le elezioni presidenziali. Le interviste sono state effettuate online e per ciascun intervistato, oltre all'intenzione di voto e al grado di probabilità che si rechi alle urne, sono stati raccolti anche i dati relativi all'etnia, al sesso, all'età, ecc.

Riuscire a prevedere chi sarà il prossimo presidente degli Stati Uniti, non significa solo capire qual è il candidato preferito dal maggior numero di votanti, ma soprattutto stabilire chi e quanti saranno coloro che effettivamente andranno alle urne ad esprimere il loro voto.

Normalmente, i sondaggi vengono condotti tenendo conto di dati storici relativi a precedenti elezioni e facendo delle ipotesi sulla misura in cui certi fattori possono incidere sul numero dei votanti.

"States of the Nation" ci dà la possibilità di agire su questa variabile e di vedere in che modo cambiano i risultati del sondaggio.

Per default ci vengono proposti i risultati basati su quella che Reuters e Ipsos ritengono che sarà la percentuale di votanti più probabile, con la relativa ripartizione in base ad etnia, età, ecc.

Attualmente è prevista un'affluenza alle urne del 60% e ad esprimere il loro voto dovrebbero essere il 70% dei bianchi, il 58% degli afro-americani, il 30% degli Ispanici, ecc. Sono state adottate anche altre ipotetiche probabilità, in base a sesso, età, reddito e partito. Con questi parametri Hillary Clinton avrebbe oltre il 95% di possibilità di vittoria, con un margine di 108 voti elettorali, in base all'ultimo sondaggio risalente al 19 agosto, come mostrato dall'immagine in alto.

Questo è lo scenario proposto per default, ma altri ne sono messi a disposizione. Ad esempio, ci vengono mostrati numero e tipologia di votanti che porterebbero al successo Donald Trump (sopra). Oppure, possiamo vedere cosa accadrebbe nel caso di un incremento di votanti bianchi a basso reddito, ecc.

Ma la parte più interessante è proprio la possibilità di un utente di crearsi il proprio contesto, potendo contare sulla massima granularità. Possiamo, così, provare a vedere chi sarà il prossimo presidente americano se aumentasse il numero di donne ispaniche, in età compresa fra 31 e 45 anni, con un reddito inferiore a 25 mila dollari e che non hanno espresso una preferenza di partito.