La KCNA (Korean Central News Agency, agenzia stampa ufficiale della Corea del Nord) ha dichiarato che centinaia di bambini "con saggezza e coraggio nel fiore della loro giovinezza" hanno scelto di svolgere lavori manuali per lo stato.
L'età non è stata indicata, ma le foto che accompagnano l'incredibile notizia rilasciata dall'agenzia di stampa fanno ritenere che siano adolescenti.
Ad offrirsi volontari per lavorare in fabbriche, fattorie e foreste, sarebbero stati in 700. Tra questi, come riporta ancora la KCNA, "decine di orfani si sono precipitati al complesso minerario dell'area di Chonnae per adempiere al loro giuramento di ripagare anche solo un milionesimo dell'amore mostrato loro dal partito".
Ad aprile, Kim Jong-un aveva annunciato alla nazione di prepararsi a tempi difficili. La Corea del Nord ha chiuso i suoi confini nel 2020 a causa della pandemia, bloccando di fatto il commercio con la Cina, suo principale partner economico.
I gruppi per i diritti umani hanno a lungo accusato la Corea del Nord di utilizzare il lavoro minorile forzato. A febbraio, la BBC aveva riferito di accuse secondo cui generazioni di prigionieri di guerra sudcoreani sarebbero stati usati come schiavi nelle miniere di carbone nordcoreane.
Secondo il Rapporto 2020 sui diritti umani del Dipartimento di Stato Usa, la Corea del Nord pratica "le peggiori forme di lavoro minorile" e i funzionari a volte mandano gli scolari a lavorare "per aiutare a completare progetti speciali, come la rimozione della neve sulle strade principali o il raggiungimento di obiettivi di produzione".
Nel rapporto si afferma inoltre che ragazzi di 16 o 17 anni "sono stati arruolati in brigate in stile militare per periodi di 10 anni" e hanno sofferto "lesioni fisiche e psicologiche, malnutrizione, esaurimento e ritardi nella crescita a causa del lavoro forzato".
La Corea del Nord ha ripetutamente negato queste accuse e all'inizio di maggio ha accusato il presidente degli Stati Uniti Joe Biden di "politiche ostili" (fonte Ansa).