"Benvenuti nella Russia libera e democratica di Vladimir Putin. In pochi mesi, è arrivata prima la sentenza della corte suprema che ha vietato di fare attivismo per la causa LGBT, ora il regime russo ha direttamente inserito nella lista delle organizzazioni terroristiche quello che chiama il movimento pubblico internazionale LGBT. Semplici attivisti paragonati ai membri di al Qaida con la motivazione di difendere i valori morali e familiari tradizionali dalla decadenza dell’Occidente: questa è la Russia che sta plasmando Putin per i suoi cittadini.Che dirà adesso Matteo Salvini? Continuerà ad elogiare il suo amico Putin? Forse sì, perché l’Italia che i Salvini e i Vannacci di turno vorrebbero è proprio questa: un Paese retrogrado, omofobo e razzista". (Riccardo Magi, +Europa)

Ed è anche per questo che le opposizioni, quasi compatte, hanno appoggiato una mozione di sfiducia a Matteo Salvini, presentata da Matteo Richetti (Azione) e firmato da Elly Schlein (PD), Giuseppe Conte (M5s), Angelo Bonelli (Verdi), Nicola Fratoianni (Sinistra Italiana). Assente ingiustificata, Italia Viva.

La mozione è stata inserita all'Odg della Camera a partire da lunedì prossimo, ma la votazione potrebbe slittare di qualche giorno. 

Nella mozione si premette il fatto che "l'11 marzo 2015, l'allora eurodeputato Matteo Salvini affermava che la Russia è sicuramente molto più democratica dell'Unione Europea" e "io farei a cambio, porterei Putin nella metà dei Paesi europei". Viene ricordato anche che il 25 novembre 2015 "Salvini pubblicava un post sui propri canali social in cui scriveva cedo due Mattarella in cambio di mezzo Putin, allegando una sua fotografia in cui posava, all'interno dell'aula di Strasburgo, indossando una maglietta con sopra stampato il volto di Vladimir Putin, recando peraltro un grave danno di immagine e di credibilità alla Presidenza della Repubblica".  

Inoltre, nel testo si rimanda all'intesa del 2017 tra Lega e Russia unita, "automaticamente rinnovato il 6 marzo 2022, successivamente, quindi, all'invasione russa dell'Ucraina" e al fatto che Salvini "non ha mai agito formalmente al fine di interrompere il rapporto di collaborazione con l'entità politica del Presidente Vladimir Putin".

Quindi, sempre nel resoconto dei firmatari, si fa presente che "nella sostanza, ad oltre due anni dall'inizio dell'illegale invasione dell'Ucraina da parte della Federazione Russa, il Governo della Repubblica Italiana è rappresentato da un Ministro e Vicepresidente del Consiglio dei ministri che non rinnega né i rapporti di collaborazione con il partito di Vladimir Putin né le sue dichiarazioni di elogio a Putin stesso". 

La mozione di sfiducia potrà anche non essere approvata, ma il Governo di Giorgia Meloni - e la premier in primis - finirà per "salvare" un ministro pro Putin, mentre lei in Europa pretende di voler essere una paladina del sostegno finanziario e militare alla resistenza ucraina. Ulteriore ed ennesima contraddizione della premier.