Firenze, è tra le città indicate dal ministero dell'Interno per la sperimentazione del taser. Nella notte tra martedì e mercoledì, è stato usato dai carabinieri intervenuti per bloccare una persona che, dopo aver importunato una coppia di passanti, aveva colpito con due pugni due senzatetto presso il piazzale Oriana Fallaci, che delimita la Fortezza da Basso sul lato opposto alla stazione di S. Maria Novella.

L'uomo, uno straniero risultato di nazionalità turca e completamente nudo, all'arrivo dei militari si è scagliato contro di loro. Dopo averlo colpito, in base alla procedura concordata, i carabinieri hanno chiesto l'intervento del 118 che ha portato l'assalitore, divenuto anche paziente, all'ospedale di Santa Maria Nuova per accertarne lo stato di salute, che comunque è risultato buono.

Secondo le regole d'ingaggio, il taser – che in Italia è di colore giallo ed è in grado di sparare 2 dardi – va mostrato, dichiarato espressamente e utilizzato solo quando l'eventuale minaccia diventa reale.

È presumibile che il turco non conoscesse l'italiano e quindi non abbia capito ciò che gli veniva detto. Ed è pure da capire in che modo, essendo nudo, quell'uomo potesse costituire una minaccia, visto che non poteva nascondere armi di alcun tipo e, pertanto, se non fosse sufficiente trarlo in arresto senza far uso del taser.

Questo fatto di cronaca - senza voler mettere in croce i Carabinieri che sicuramente avranno agito in maniera corretta - pone al centro quella che è stata la perplessità di molti in relazione all'avvio della sperimentazione del taser: il suo abuso.

La stessa azienda produttrice ha ammesso che il suo utilizzo comprende dei rischi per chi viene colpito e, secondo indagini effettuate da Amnesty e da Reuters, a partire dal 2000, anno in cui è stato iniziato ad essere utilizzato, avrebbe causato finora circa mille morti!

La perplessità è data dal fatto che se le forze dell'ordine vengono dotate di questo dispositivo, è forte il sospetto che il taser possa diventare uno strumento alternativo alle manette per immobilizzare persone in stato di agitazione che, oltretutto, potrebbero essere affette da disturbi neurologici, elemento che aumenterebbe il rischio di pericolosità dell'arma.