Per evitare che fosse interpretato come uno scherzo, l'annuncio di Matteo Renzi direttore del quotidiano Il Riformista è stato fatto il 5 aprile... ma nonostante ciò sono stati in molti a ritenerlo ugualmente un pesce d'aprile. Invece è una tragica realtà.

In tal modo, il senatore multi-tasking di Rignano sull'Arno, agli incarichi già in essere di scrittore, conferenziere, finanziere, lobbista e consulente, aggiungerà anche quello di direttore di giornale, sostituendo nell'incarico Piero Sansonetti che passa a (ri)dirigere l'Unità, altra testata recentemente acquistata dall'editore Alfredo Romeo, lo stesso dell'inchiesta Consip in cui è coinvolto il "babbo" di Renzi.

Queste alcune dichiarazioni rilasciate all'Associazione della Stampa Estera dove è stata organizzata una conferenza stampa per annunciare la notizia.

Queste le parole di Matteo Renzi:

"Grazie a Piero Sansonetti per il lavoro di questi anni, chiunque di noi è curioso di rivedere in edicola L’Unità, questa è la vera notizia. Sarà bello dialogare a distanza. Ho una passione vera con tutto ciò che ha a che vedere con verità e viralità [sic!]. Dopo la sconfitta referendaria l’unica cosa che dissi è che ‘stiamo entrando nell’era della post verità [veramente disse anche che avrebbe lasciato la politica, per sempre..., ndr]. La verità del Riformista sta nel non essere nel sovranismo di Giorgia Meloni né con la linea del Pd di Elly Schlein e del Movimento 5 stelle di Giuseppe Conte. ...Non lascio ma raddoppio. Continuerò a fare il parlamentare, continuerò a fare opposizione e inizierò a fare questa operazione di verità con il Riformista. Non ci sarà posizione politica legata a vicende Terzo Polo. ...Non ci sarà posizione politica legata a Terzo Polo. Ci saranno posizioni diverse rispetto a quella avuta da Sansonetti. A partire dalla guerra in Ucraina. Il trait d’union con l’Unità è quello del garantismo radicale. ...[La mia prima uscita sarà] il 3 maggio. Ci sarà un direttore responsabile perché non sono giornalista. Sarò direttore per un anno, fino al 30 aprile 2024. ...

In realtà quanto detto da Renzi è inesatto. Il mandato di parlamentare comporta un caso anomalo in relazione alla conduzione di un giornale. Il fatto che un deputato non sia perseguibile per l'espressione delle proprie opinioni contrasta con il dettato della legge sulla stampa, che prevede che il direttore responsabile si assuma la responsabilità oggettiva di ciò che viene stampato. Il direttore, infatti, risponde penalmente per il giornale per i reati commessi a mezzo stampa. Per questo, da sempre nell'Italia repubblicana, nel caso in cui un parlamentare sia posto alla direzione di un giornale, debba essere contestualmente nominato anche un responsabile che risponda per tutti gli obblighi di legge. 

Altre dichiarazioni di Renzi:

"Un parlamentare può fare il direttore di giornale? Ce ne sono stati tantissimi nella storia di questo Paese. Mi piace ricordare Sergio Mattarella direttore del Popolo. ...Siamo stati bravi a mantenere il segreto fino ad oggi su di me successore di Sansonetti. Ho informato Giorgia Meloni, è stata la prima a sapere questa notizia e a cui continuerò a fare in modo fiera opposizione. [Con il governo] non faremo discussioni da ultrà come con i rave, i cinghiali, la carne sintetica. Vogliamo parlare di cose concrete. Sogno un luogo, una palestra, nella quale ciascuno possa sentirsi a casa nella sua libertà.Ritirerò le querele ai giornalisti adesso? No, le rischio le querele adesso passando dall’altra parte del tavolo [come spiegato in precedenza, non è vero. ndr.].Quanto guadagno al Riformista? Al momento non ho ancora firmato un contratto.Che giornale sarà? Proveremo a innovare nella continuità. Non lascio il Terzo Polo ma, voglio essere molto chiaro, raddoppio. Ho avvisato Calenda e mi è parso entusiasta.Come tratteremo vicende magistratura? Saremo più moderati, non faremo titoli sobri come Sansonetti… L’attenzione che il Riformista darà al mio processo Open sarà molto scarsa. Non so se saremo all’altezza del Riformista di Sansonetti nell’affermazione della cultura garantista. ...Che ruolo avrò nel Terzo Polo? Sarò iscritto perché ci credo, al momento di candidati vedo solo Calenda poi quando arriverà la candidata alternativa lo comunicheranno i diretti interessati. Io non sono della partita. ...Non ho alcun problema a rendere pubblici i dati a fine anno. Non guadagno solo facendo il parlamentare ma anche con altro. Anche i giornalisti dovrebbero comunicare quanto guadagnano. …Come è noto ho espresso giudizio sul futuro dell’Arabia Saudita 3 anni fa che fu molto criticato. Spiegai che si stava costruendo stagione di nuovo rinascimento. Faccio una scommessa: da qui al 2030 ci sarà un cambiamento radicale". ...

Queste le dichiarazioni dell'editore Alfredo Romeo:

"Sono entrato nell’editoria per una ragione semplice: oggi più che mai editoria e informazione sono capisaldi delle libertà e della democrazia.Nel panorama della stampa italiana ci sono spazi molto ampi da riempire. Ho deciso di investire risorse per aiutare a colmare questi spazi. L’editoria difficilmente è un affare vantaggioso, ma non penso che il profitto possa essere l’unico scopo e l’unico interesse di un imprenditore. Sono un imprenditore meridionale, che ha lavorato molto nella sua vita e che da sempre è legato, sia affettivamente sia intellettualmente alle idee di libertà e di giustizia sociale. Perciò mi sono lanciato in questa sfida.Questa è la ragione per la quale, quattro anni fa, ho acquistato la testata Il Riformista. Che è nato come quotidiano di raccordo tra le posizioni della sinistra e quelle del centro. In una cornice radicale, liberale e garantista. Poi si è attestato su posizioni più nettamente di sinistra, ma ha sempre mantenuto alta la bandiera del garantismo.Quando lanciai il Riformista dissi: Sarà il giornale dei rom e dei re. I rom e i re sono uguali. In questo spirito ho deciso di allargare il nostro intervento. Investendo nuove risorse. Voglio dare a tutte le correnti ideali della sinistra e del centrosinistra la possibilità di esprimersi.Perciò ho rilevato la testata dell’Unità, giornale storico, fondato da un gigante politico come Antonio Gramsci. Nelle prossime settimane l’attuale direttore del Riformista Piero Sansonetti assumerà la direzione de l’Unità, della quale è stato giornalista e condirettore per diversi decenni, e finalmente la sinistra storica e tradizionale tornerà ad avere un suo giornale. Spero sia un contributo perché la sinistra torni a pensare e a correre.Il Riformista invece tornerà alla sua vocazione originale liberal-democratica, garantista e pluralista, rappresentando tutte le idee costruttive che vanno dalla sinistra più moderata di ispirazione socialista e democratica, alle tradizioni popolari e quelle liberali, con uno sguardo fortemente rivolto al futuro del mondo . Per questo ho chiesto a una personalità italiana di grande spessore, come Matteo Renzi, di assumerne la direzione. E lui, generosamente, ha accettato.L’Unità ed il Riformista saranno giornali diversi, in alcune cose anche contrapposti. Dialogheranno e combatteranno, per il pluralismo e per la crescita del paese. Penso che dal mese di maggio, quando tutti e due i giornali andranno a regime, la sinistra italiana potrà avere nuovo ossigeno, nuovo cuore, nuova anima. Lo stesso mi auguro per tutte le forze riformiste del paese ovunque collocate. Io sosterrò questo sforzo naturalmente nel pieno ed assoluto rispetto dell’ indipendenza di due direzioni così autorevoli".

Senza alcuna vergogna, così Carlo Calenda, alleato del partito di Renzi, ha commentato la notizia: 

"Complimenti a Matteo Renzi per il nuovo prestigioso incarico. Il Riformista è un giornale che ha fatto tante battaglie di civiltà, con Matteo avrà una voce ancora più forte".

Non è la prima volta che un parlamentare o un politico di primo piano di un partito dirige un giornale. Nella storia ci sono esempi infiniti... ma con una differenza molto evidente. In passato esistevano i quotidiani di partito, con i politici - anche ricoprendo contemporaneamente un incarico parlamentare - che li dirigevano. Niente di strano.

Invece, nominare un parlamentare di un giornale che non è organo ufficiale di un partito significa innescare un ulteriore conflitto d'interessi oltre a quelli già ampiamente in atto in questo disgraziatissimo Paese.

Inutile augurarsi il fallimento della testata per mancanza di lettori, perché chi la pubblica non ha alcun interesse ad avere da essa un ritorno economico che, quasi certamente, sarà invece atteso dall'editore per le sue altre attività imprenditoriali. Un do ut des, ovviamente non detto, ma che aleggia evidente su tutta l'operazione con il senatore di Rignano che utilizzerà il quotidiano come arma politica per attaccare - ancor più di quanto non fatto finora - chiunque ritenga un suo avversario. Oltretutto, senza neppure pagar dazio, visto che le querele se le prenderà il direttore responsabile... chiunque abbia il coraggio di ricoprire tale ruolo.

Pertanto, oltre ai numerosi conflitti d'interesse già in essere che riguardano le sue attività extraparlamentari in contrasto evidente con il ruolo di senatore, Renzi ne aggiunge un altro... e lo fa con l'arroganza di chiunque se ne freghi di etica e decenza. 

Finché c'è gente che continua a votarlo perché continui a fare i suoi interessi, nessuno  può vietare a Renzi di continuare a fare quel che fa... come nessuno ci può impedire di far presente che tutto questo sia uno schifo non degno di un Paese che pretende di essere civile e democratico.