Abrogare l’abuso d’ufficio, modificare il traffico di influenze illecite e ridimensionare i poteri di controllo della Corte dei Conti vuol dire favorire le infiltrazioni mafiose nella pubblica amministrazione.

Concordo in toto con l’allarme lanciato del procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo sulle connessioni tra abrogazione dell’abuso d’ufficio e attività criminali dei clan mafiosi.

Il magistrato nel suo ruolo istituzionale rende noto che saranno a rischio molte indagini antimafia. Noi studiosi sappiamo bene quanto le nuove mafie siano concentrate nell’ottenere concessioni e autorizzazioni condizionando la pubblica amministrazione. Abolire del tutto il delitto perciò vuol dire facilitare di fatto il condizionamento mafioso della pubblica amministrazione.

C’è anche un emendamento che limiterà i poteri di vigilanza della Corte dei Conti sull’attuazione del Pnrr e modificherà il delitto di traffico di influenze illecite.

Nel loro insieme queste modificazioni possono avere un effetto domino - voluto o meno - nella agevolazione di molte condotte criminali di stampo mafioso.


Vincenzo Musacchio, criminologo forense e investigativo. associato al Rutgers Institute on Anti-Corruption Studies (RIACS) di Newark (USA). È ricercatore indipendente e membro ordinario dell’Alta Scuola di Studi Strategici sulla Criminalità del Royal United Services Institute di Londra