Negli Stati Uniti la carne nei supermercati inizia a scarseggiare mentre l'esportazione in Cina aumenta
Tra le tante contraddizioni generate dall'emergenza Covid, l'ultima da segnalare, in ordine di tempo, è quella legata alle attività di lavorazione e conservazione di carne negli Stati Uniti.
Quel tipo di aziende, più di altre, è stato "preso di mira" dal presidente Donald Trump, perché continuassero a rimanere aperte ed a produrre. I motivi di ordine economico sono principalmente due: uno è costituito dal fatto di dover contrastare la disoccupazione, l'altro dal dover contrastare la disponibilità di carne ed il suo costo, tanto che secondo alcune previsioni entro maggio i consumatori potrebbero veder ridurre del 30% la presenza di carne nei supermercati, oltretutto acquistabile a prezzi superiori del 20% rispetto allo scorso anno.
Le industrie alimentari, anche in Europa, non hanno ricevuto indicazioni per chiudere i loro impianti, poiché anche nel periodo di clausura alle persone confinate all'interno delle proprie abitazioni era "consentito" mangiare.
Ma il problema, negli Stati Uniti, è che nell'intero settore di trasformazione della carne sono stati registrati circa 5mila casi di contagio, secondo i CDC. Quindi, anche se molti dei proprietari di quegli impianti volevano farli rimanere aperti, alla fine sono stati costretti a chiuderli... per mancanza di manodopera.
Ma la cosa più paradossale della vicenda è quella relativa all'accordo firmato a gennaio da Trump per stemperare la guerra commerciale intrapresa dagli Usa con Pechino due anni fa, in base al quale la Cina ha promesso di aumentare gli acquisti di prodotti agricoli statunitensi di almeno 12,5 miliardi di dollari nel 2020 e 19,5 miliardi nel 2021, rispetto alla base di 24 miliardi raggiunta nel 2017.
Così, da allora, circa un terzo del 31% delle carni suine statunitensi, pari ad oltre il 10% della produzione totale del primo trimestre, è stato esportato in Cina, anche se nel conteggio sono comunque comprese parti del maiale che molti americani non mangiano.
La Cina, quindi, accusata da Donald Trump di aver creato in laboratorio il virus, di aver fatto poco o nulla per limitarne la diffusione, adesso è anche responsabile della possibile futura scarsità di carne nei supermercati e nei fast food americani... a causa sua!