Domenica ancora disordini, ma anche manifestazioni pacifiche, in molte città americane in seguito alla morte di George Floyd
Se il poliziotto bianco Derek Chauvin lunedì comparirà in tribunale per essere formalmente accusato di aver ucciso l'afroamericano George Floyd, le proteste che da giorni hanno devastato prima Minneapolis e che poi si sono estese in molte altre delle principali città degli Stati Uniti si placheranno?
Difficile poterlo affermare, anche perché la morte di Floyd sembra essere stata solo la miccia per dare la stura ad una rabbia che covava da tempo, foraggiata da un sistema socio economico che non fa che incrementare la differenza tra classi e che negli ultimi tempi ha mostrato tutte le sue contraddizioni, ora che al "trumpismo" si è agggiunta l'emergenza Covid.
Così molte città degli Stati Uniti sono state sconvolte dalla sesta notte di proteste seguite alla morte di George Floyd, nonostante il coprifuoco e l'intervento della Guardia Nazionale richiesto in almeno 15 Stati, oltre che nella capitale.
Più di 75 città, molte delle quali fino a pochi giorni fa apparivano deserte per l'emergenza Covid, hanno registrato proteste. Oltre a quelle pacifiche, ce nesono state anche alcune in cui la violenza ha fatto ancora da padrona, come a New York, Chicago, Filadelfia e Los Angeles e la polizia è ricorsa all'uso di lacrimogeni, spray, manganelli e proiettili di gomma.
Almeno 4.100 persone sono state arrestate, secondo l'agenzia di stampa Associated Press, con accuse varie: saccheggio, blocco della circolazione, inosservanza del coprifuoco...
Ma oltre alle violenze dei manifestanti, sono stati anche segnalati diversi episodi in cui la polizia ha reagito in modo sproporzionato nei confronti di chi protestava. Domenica ad Atlanta, in Georgia, due poliziotti sono stati licenziati per aver fatto ricorso ad un uso eccessivo della forza nei confronti di due studenti universitari.
Nel video seguente un altro esempio di violenza immotivata da parte della polizia...
Comunque, il presidente Trump ha indicato i colpevoli per le proteste di questi giorni: i media (esclusa la Fox) e il movimento Antifa(scista) americano il cui account Twitter è stato sospeso per aver incitato le persone alla rivolta. Inoltre, Trump domenica ha anticipato che il governo degli Stati Uniti classificherà Antifa come organizzazione terroristica.
Non sarà certo questo a fermare le proteste, perché ben pochi di quelli scesi finora in strada facevano capo a quella sigla.