Il poeta, nella sua storia lunga e tormentata, ma anche particolare e stupefacente ha tentato di rispondere, nel tempo, alle accuse che gli erano mosse da una cultura povera di sostanza spirituale, spesso confinata in un materialismo assunto al ruolo di giudice, mettendolo in crisi non tanto sul piano dell’attendibilità letteraria, quanto sulla capacità di incidere positivamente sulla vita sociale e politica della storia del mondo.

Il poeta è stato visto e giudicato spesso come accentratore, sognatore, ludico ambasciatore di parole, esule di un mondo bisognoso di verità certe, immediate, di risposte concrete. È stato, spesso, giudicato e in parte anche vituperato come espressione di una ricca e aristocratica élite culturale, che non rientrava nei modelli della lotta acclamata sulle piazze, definito anche caratteriale commentatore d’impalpabili pensieri e di assunti semantici. Il poeta è stato inoltre considerato uomo colto, capace di intrigare e confondere, destabilizzare e disorientare, cesellatore che include nelle penombre impalpabili dei suoni per difendere il suo atto d’accusa, il suo essere perennemente figlio di studi e di vite rinchiuse nelle quali costruire la sua assenza.

Oggi più che mai si sente forte l’esigenza di rivalutare la figura molto importante e utile del poeta. Ritorna affascinante e imperante l’azione di “Madre Poesia” come viene definita dalla scrittrice e poetessa vibonese Teresa Averta, attuale presidente del Gruppo Culturale Magna Graecia "artisti calabresi" , che conta quasi 700 iscritti tra poeti e artisti di tutta la Calabria.

“Sono fondamentali, oggi più che in altri tempi, -dice lei- l’azione pedagogica del poeta e quella della poesia, il loro pieno diritto all’inclusione sociale perché il poeta è ultimo, a suo avviso, e lo sarà sempre, ma Dio si fa presente laddove sembra non ci siano più speranze, dove la nostra presunzione ha ceduto il passo, dove sopravviviamo, nudi con i nostri mali. Egli si fa presente, come colui “che ha sofferto le carni della donna e dell’uomo”, che conosce la tentazione, il dubbio, la paura, che conosce il bisogno di conforto, lo smarrimento di chi sta per soccombere: in una parola, come colui che comprende, e proprio perché ascolta e comprende più di chiunque altro, rende evidente la capacità dei poeti di evocarne l’interiorità, lo stupore, lo sforzo compiuto per l’accettazione del progetto che Dio ha su di loro.”

 E come dice la grande poetessa Alda Merini: -Dio, attraverso la parola, dà nuova possibilità a tutti, uomini e donne del secondo millennio, di riscoprire se stesso, che non cessa di rinnovarsi, di incontrarci, di rispondere ai dubbi e alle paure nascoste nel nostro piccolo cuore. Oggi, noi come poeti e autori cattolici e cristiani, possiamo, anzi facciamo un tentativo di legittimazione del linguaggio poetico quale strumento idoneo al dire e al dirsi di Dio.

Oggi, più di ieri, è FESTA DEL POETA, rileva la poetessa Teresa Averta, quando ancora i poeti, “partoriscono parole nuove” e regni immensi e infiniti nei loro versi. E seguono, amano e rispondono a un Dio cristiano, che s’identifica come il Dio della Parola perché attraverso di essa fa essere ciò che non è, evoca suscita, comunica, interpella (…). Ed è quella stessa Parola adottata da Dio per uscire da sé e incontrare l’uomo, che si apre nella poesia alla rivelazione del mistero divino, che permette all’uomo di percorrere a ritroso il cammino ascendente per l’incontro con il suo Dio. Un Dio che ama e che dona come il poeta che offre la sua vita attraverso l’arte e la sua passione.

-In fondo “l’artista è colui che incarna il verbo e lo ridona” -sostiene ancora l’Averta- e noi oggi facciamo festa alle parole, ai poeti e a Dio, che ancora a distanza di migliaia di anni, non ci ha negato e mai ci negherà il suo amore e la sua luce e più di ogni altra cosa la Parola, la parola “poetica”, quella che ci ha gentilmente donato, che può, diventar dunque parola profetica, parola perfettamente umana che sappia tener vive tutte le necessarie domande su Dio e sull’uomo, che possa ridire in mille modi il bisogno di essere amati e di amare, che canti ancora una volta la fatica di un senso, di un significato ritrovato, perché nulla di ciò che è umano può andare perduto... perché tutto torna alla patria, quella patria, che felicemente ci aspetta”.

Con questi sentimenti ha preso vita “LA FESTA DEL POETA”, tra arte e poesia, il 22/12/2019 presso l’elegante location dell'Hotel 501 a Vibo Valentia. Tra emozionanti versi poetici e note musicali si è realizzato uno show di alto valore umano e artistico, che si è concluso in un tripudio artistico, letterario e musicale. A rendere magica la serata è stata la mostra di pittura e scultura, che ha dato colore e sapore al magnifico evento.

Il Reading Poetico legato al progetto "NATALE È FESTA DI PAROLE NUOVE", istituito e fortemente voluto dall'Associazione MAGNA GRAECIA "artisti calabresi" e dal suo presidente Teresa Averta, è stato sublime ed espressivo nelle sue competenti ed emozionanti interpretazioni.
L'iniziativa è stata promossa dal Comitato Letterario MAGNA GRAECIA, che ha organizzato in collaborazione con gli artisti calabresi della provincia di Vibo Valentia, la manifestazione poetica e artistica dedicata al Santo Natale, dove la “Poesia” ha raccontato l'amore, la storia, la tradizione, la libertà, la sofferenza, il riscatto dal peccato e la gioia dell’animo umano.

Questa prima edizione de "LA FESTA DEL POETA" vuole lanciare un segnale importante. Anche nei centri minori e nelle piccole comunità l’arte, la pittura, la poesia, la musica può costituire un elemento di rafforzamento dei legami tra le persone, significa ritrovarsi in amicizia e allegria, confrontarsi tra poeti, intellettuali e artisti per crescere e migliorare insieme.
Viviamo un momento difficile e particolare in cui è indispensabile ricostruire rapporti, riconoscersi, socializzare ed emozionarsi ancora insieme. Questo è l’obiettivo di una giornata culturale riuscitissima che avrà sicuramente un seguito. Questo è l'obiettivo di un’esperienza artistica vissuta all'insegna di sorrisi e di cuori trepidanti di gioia per un Natale vissuto e incarnato attraverso l'arte viva e la poesia pura e vera.

Si ringraziano tutti coloro che hanno dato il loro contributo a una manifestazione bella e importante, che ha provato a offrire stimoli con occasioni di scambio e ascolto reciproco, tra artisti e poeti sollecitati a misurarsi con i grandi nodi della vita contemporanea, a partire dalla presidente della manifestazione culturale -poetessa e scrittrice Teresa Averta, al conduttore e attore comico Francesco Villella, all'ospite speciale e gradito prof. Gregory De Marinis, ai bravissimi autori presenti: Rosina Andreacchi, Teresa Averta, Luisa Matera, Antonella Di Renzo, Francesco Villella, Franco Restuccia, Rocco Greco, Francesco Giardina.

Un ringraziamento particolare va agli artisti/pittori presenti che hanno, meravigliosamente, allestito per l'occasione, due mostre: una di pittura e una di scultura. Un paradiso di colori che ha dato luce e significato allo splendido evento culturale. Si tratta di tre grandi e preziosi artisti che hanno avuto diversi premi e riconoscimenti in Italia e nel mondo: Antonella Di Renzo, Antonella Fortuna e Antonio Salvatore Maio. Si ringraziano ancora i preziosi collaboratori tecnici audio e luci: Stefano Olivera e Vincenzo Tavella.

La presidente Teresa Averta ha inteso lodare e apprezzare anche chi ha gentilmente accolto l’idea per la realizzazione della manifestazione, e in maniera particolare, la direzione dell’Hotel 501, che ha gestito gli ospiti in maniera gentile e disponibile, non facendo mancare nulla: ambiente caldo accogliente, pulito e profumato.

E infine grazie al pubblico che ha seguito l'intero evento con interesse e grande partecipazione.

"L'arte è Arte quando lascia un segno." (T.A.)