Cultura e Spettacolo

Intervista a Luigi Maria Spaggiari per  Sanremo Discovery e Television Song Contest

Non è mai troppo tardi per essere apprezzati. Dopo il successo dell’anno scorso ritornano le vetrine promozionali discografiche e televisive per emergenti, ideate dal chitarrista Mario Greco, che hanno come scopo quello di sostenere la cultura musicale dei giovani impossibilitati ad emergere per mancanza di spazi e strutture.

Fai informazione  è lieta di inaugurare un ciclo di interviste a tutti gli emergenti che saranno presenti agli Eventi E.D.M. "Sanremo Discovery" e "Television Song Contest 2022" sotto la direzione artistica di Mario Greco al fine di dare spazio e voce ai giovani talenti italiani che hanno il coraggio di mettersi in gioco .

L’intervista...

Partiamo dalla scintilla: quando nasce la tua passione per la  musica? Se dovessi descrivere te stesso, cosa diresti? Quando hai cominciato a percepire te stesso come Artista?
 
E’ difficile dire quando di preciso la passione per la musica cominciò a farsi strada dentro di me. La storia è molto lunga, ma ricordo in maniera molto limpida e con tanta tenerezza quando mia madre metteva nel suo vecchio stereo la cassetta di Hevia. Sebbene ero molto piccolo non riuscivo a resistere alle cornamuse e al ritmo di Busindre Reel, così cominciavo a saltare e a ballare sopra divani e letti dando gioia a chi mi guardava e strappando loro sorrisi sinceri. Ancora adesso quando la riascolto vengo pervaso da un flusso immenso di emozioni e dalla commozione. Forse, però, tutto cominciò ben prima: chissà, magari quando sempre mia madre passava le giornate durante la gravidanza ad ascoltare musica country e soul.Ad ogni modo non sono stato io a percepire me stesso come artista per primo. Ciò che facevo era semplicemente disegnare, dipingere, scrivere e parlare col cuore. Semplicemente ero me stesso. Coloro che mi stavano accanto e che mi conoscevano ad un certo punto hanno cominciato ad usare questo termine così strano per me, probabilmente dopo che vinsi una competizione fumettistica alle elementari o già da quando rimanevo ore a fissare con sguardo vitreo architetture, sculture, dipinti e musicisti che suonavano. Col tempo ho capito che essere artisti non è un mestiere ma una condizione a cui si è soggetti quasi dalla nascita o forse è solo un modo per addolcire la pillola, attraverso un appellativo che pone sotto una luce più affascinante, a coloro che sanno trasformare la sofferenza mettendo a nudo le proprie emozioni e che senza il linguaggio dell’arte sarebbero persi.
 
Qual è il tuo sogno o aspirazione, cosa vuoi veramente?
 
Io sogno di essere libero. Sogno di viaggiare e conoscere culture e parti del mondo sempre diverse accompagnato dalla mia musica. Sogno di regalare emozioni intense e indimenticabili a chi mi ascolta o a chi viene ai miei concerti come gli artisti che ho amato e che amo hanno fatto con me. E’ anche grazia a loro se sono ciò che sono. 
 
Come nasce una tua opera? Cos’è per te l’ispirazione? Qual è il messaggio implicito nelle tue canzoni, cosa vuoi trasmettere?
 
Tutto nasce sempre da un forte sentimento o da uno stato d’animo che dura nel tempo. Prima di dare alla luce una melodia, un testo o un’intera canzone è come se qualcosa dentro di me cominciasse a prendere forma in maniera spontanea. Il processo è lungo e non costringo mai me stesso a impugnare la penna prima che la nuova opera sia pronta. E’ lei che decide quando e come venir fuori. Spesso è la musica che mi salva da momenti difficili: oltre ad essere una grande valvola di sfogo è il linguaggio che sento più naturale ed il modo con cui riesco a comunicare realmente ciò che ho dentro. Quasi sempre i miei brani sono delle vere e proprie entità che esistono già da qualche parte nel mio io e mi basta solo dargli forma. Prendo la chitarra in mano e la magia comincia. Sono un fiume in piena di sentimenti e la fiamma della composizione non si spegne mai. Spesso solo dopo che ho dato alla luce una nuova canzone riesco a capirmi meglio, ammettere, razionalizzare ed elaborare certe cose di me, sugli altri o sulla società. Come me moltissime altre persone hanno avuto un passato difficile o attraversano periodi d’ombra. Voglio aiutare il prossimo a superare emotivamente certi problemi che sembrano insormontabili. Fortunatamente, per mia natura, tendo ad ascoltare con tutto me stesso le storie delle altre persone e ad empatizzare con loro.
 
Qual è secondo te  una band emergente che faremmo bene ad ascoltare?
 
Di band emergenti valide al momento non saprei consigliarne: molte band si sono sciolte a causa dell’aspra e stressante competizione che domina lo scenario musicale e che mette a nudo quei difetti di stile che nascono quando nel gruppo non c’è omogeneità di idee, coesione e coerenza tra i membri. Così i singoli componenti di quasi tutte le band che conosco hanno intrapreso strade da solisti. C’è però un’artista molto talentuoso vincitore del Contest “Sing your rights” promosso dall’Associazione “Rock10elode” nell’ambito del Progetto “Youth Sing Europe” e si tratta del mio caro amico Manfredi Messina.
 
Come descriveresti la piazza musicale italiana?
 
Questa è una domanda spinosa. In effetti solo adesso si cominciano a vedere spiragli per artisti che in modo indipendente e con mezzi quasi alla portata di tutti spingono la loro musica verso un pubblico mediamente più ampio grazie ai nuovi strumenti della comunicazione e ad una apertura mentale diversa da parte sia dei semplici ascoltatori che dei talent scout.
 
Qual è il tuo cavallo di battaglia o meglio che genere di musica fai?
 
Incasellare il me artista all’interno di un genere non è mai stato il mio forte, ma di sicuro, pur ascoltando una vastità di musica differente, prediligo suonare e cantare l’alternative rock, l’elettronica e il funk con sfumature dance.
 
Qual è il libro più bello che hai letto o quello che ti ha cambiato la vita o almeno modo di pensare?
 
Di libri veramente importanti ce ne sono stati molti: 1984 di Orwell, Shining di King, Solo bagaglio a mano di Romagnoli, La società del rischio di Beck e così via. Quello però che a questo punto devo assolutamente citare come libro più importante per il mio percorso artistico odierno è Uno, nessuno e centomila di Luigi Pirandello. E’ proprio da questo libro che ho preso ispirazione per il mio nome d’arte. Tale opera così come il nome CENTOMILA descrivono perfettamente il mio estro, il mio sé sociale e la mia arte.
 
Chi ti ha ispirato nella tua carriera? Quali sono i riferimenti artistici e culturali che ti hanno maggiormente influenzato nel corso del tempo?
 
Prima di tutto mi preme citare il mio carissimo amico e compagno di suonate Manfredi Messina nonché artista già nominato in precedenza in questa intervista. Il periodo di svezzamento musicale l’ho trascorso con lui e senza la sua compagnia non avrei avuto il coraggio di cominciare a suonare e cantare all’interno di una band. Da ragazzini passavamo serate intere a scrivere e musicare testi per poi suonarli al basso e al pianoforte.Per quanto riguarda i miei gruppi preferiti partirei in ordine cronologico con i grandissimi Red Hot Chilli Peppers e con gli esplosivi System Of A Down. Poi sono arrivati i Muse con la loro immensa trasversalità sonora e da lì in poi è cominciato un viaggio che mi ha portato ad una notevole apertura musicale. Ancora oggi durante il missaggio di un mio brano uso molti dei trucchetti del suddetto gruppo per colorare gli strumenti e le voci all’interno dei miei pezzi. Infine, ultimi ma non meno importanti, nel podio abbiamo i Depeche Mode. Non c’è bisogno di alcun commento per descrivere la genialità di Dave Gahan e dei suoi compagni. Enjoy The Silence è tutt’ora il mio pezzo preferito.
 
Come pensi che un giovane artista possa oggi “districarsi” un posto all’interno del panorama musicale contemporaneo? Cosa pensi dei talent?
 
Basta guardarsi intorno e intercettare ciò che di buono ci offrono associazioni culturali, etichette indipendenti e social network. L’importante però è avere una buona base economica per il sostentamento perché purtroppo di musica non si vive se non si suona quasi giornalmente nei locali o se non si ha notorietà a sufficienza da detenere una buona forza contrattuale nei confronti di organizzatori di eventi e imprenditori. Il segreto è non fermarsi mai, anche se inizialmente avere un secondo lavoro è assolutamente necessario per coloro che cercano l’indipendenza dalla propria famiglia. In tutto ciò i talent sono come una scorciatoia. E’ importante però non dare eccessivo peso alle dinamiche di mercato che intercorrono all’interno dei programmi televisivi più seguiti a livello quantitativo o si rischia di credersi dei falliti solo perché per una certa edizione di un certo talent è stato spinto il genere che vende di più in quell’anno e non il proprio. Purtroppo però non tutti riescono a venire a conoscenza di certi meccanismi del tutto naturali che una volta appresi e compresi non fanno più male al cuore dell’artista.
 
Progetti in cantiere?
 
Tra pochissimo uscirà il video musicale del mio singolo che è appena uscito negli store digitali. Si tratta di “Due Occhi Nuovi”, un brano dance e indie pop che dedico a tutte le donne che affrontano la difficile fase della crescita e a tutti colore che come me soffrono di una patologia che colpisce gli occhi che si chiama degenerazione del corpo vitreo.Nell’arco del 2022 spero poi di pubblicare l’intero EP, “I Feel Love”, che conterrà questa e altre canzoni come quella che presenterò al Sanremo Discovery e al Television Song Contest ovvero “L’opaco”.

Autore Daniela Piesco
Categoria Cultura e Spettacolo
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