Come già anticipato fin dall'inizio della storia, con il passare dei giorni, i diversamente conservatori che spopolano al governo del Paese non hanno resistito al richiamo della (loro) natura e progressivamente, sempre in numero maggiore, hanno iniziato a fare quadrato intorno al generale Roberto Vannacci.
I propagandisti del verbo meloniano che a causa delle ferie estive lavorano, per il momento, solo su giornali e internet si sono schierati a supporto di Vannacci.
Da Capezzone a Porro, da Feltri a Belpietro, che afferma che "il generale ha scritto quel che molti pensano e che è sbagliato che un soldato di valore venga linciato dalla sinistra senza dire nulla", è in atto lo sdoganamento delle farneticazioni del camerata Vannacci.
Farneticazioni è l'etichetta che aveva attribuito il ministro della Difesa a quanto detto dal "soldato di valore"... ma anche dalla sua parte politica, ormai, l'argine che Crosetto aveva eretto a protezione della credibilità istituzionale del governo Meloni si è frantumato. Così alle dichiarazioni pro Vannacci di persone vicine ai (post) fascisti, ma che non fanno parte del governo e della maggioranza che lo supporta, come il rautiano Alemanno (sposato più con il suo fu suocero che con la sua ex moglie), si sono aggiunte quelle di politici che, invece, del governo fanno parte eccome.
Prime tra tutti quelle dei "gemelli" di Fratelli d'Italia, dal "kamerad" Galeazzo Bignami (viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti) al responsabile organizzazione Fratelli d'Italia, Giovanni Donzelli.
Il primo dichiara: "Ma la libertà di espressione e di pensiero vale solo se sei iscritto al Pd? Chi ha dato il diritto alla sinistra di rilasciare patenti morali su ciò che un cittadino può scrivere o meno in un libro? Per capire…"
Il secondo conferma: "Nessuno ha dato alla sinistra italiana il diritto di autonominarsi censori, agenti morali del politicamente corretto. Non spetta al Pd decidere cosa si può scrivere o non scrivere nei libri. In una democrazia liberale non è compito della politica vagliare la correttezza morale dei contenuti degli scritti. Né del Governo né di un Partito di minoranza".
Naturalmente, anche dalle parti della Lega non vogliono esser da meno e, seppur dalla periferia, si fanno sentire, come Matteo Montevecchi , consigliere regionale in Emilia-Romagna: "Se il generale avesse scritto che le famiglie arcobaleno sono la normalità, che il bisogno di un bambino di crescere con un papà e una mamma non esiste, il ministro della Difesa Guido Crosetto non avrebbe alzato un dito. Invece Vannacci ha attaccato le lobby gay. Non esiste che il ministro scarichi il generale via social dicendo che ha screditato l’Esercito e la Costituzione. Ministro Crosetto, non mi rappresenti. Non mi rappresenta la tua linea compiacente con il politicamente corretto e il tuo essere prono alle politiche belliciste degli Stati Uniti di Biden".
Da tener presente che Salvini e Meloni, due che quando vedono un militare si commuovono, non hanno detto nulla sulla vicenda Vannacci, come se non li riguardasse. Lo stesso si deve dire anche del capo dello Stato, Mattarella, ormai da tempo una riproposizione in chiave moderna della figura di Ponzio Pilato.
In questo clima celebrativo del politicamente scorretto, i fascisti di Forza Nuova, per farsi pubblicità, hanno colto la palla al balzo e hanno offerto a Vannacci di presentarsi come loro candidato alle elezioni suppletive di Monza, indette per il seggio al Senato rimasto vacante dopo la morte di Silvio Berlusconi. Per il fascista Roberto Fiore, la candidatura di Vannacci sarebbe un atto di coraggio che lombardi ed italiani apprezzerebbero.
Questa è l'Italia dei conservatori!