Le voci che si sussurrano circa una probabile fine della trasmissione di Bianca Berlinguer, che non verrebbe riproposta l'anno prossimo, hanno finalmente messo in luce la stucchevole monotonia che ha caratterizzato i cosiddetti talk-show da due anni a questa parte.

Prima con il covid e l'infinita passerella, alla fine insopportabile, dei virologi, epidemiologi, infettivologi, pescati con lanternino negli ospedali e nelle università di tutta Italia, con puntatine anche all'estero quando tutti quelli disponibili erano ormai stati tutti irrimediabilmente prenotati.

Poi con la guerra in Ucraina, con la stessa tecnica di fishing nei confronti di esperti di affari internazionali, di generali in pensione e personaggi vari dai mestieri diversi ma improvvisamente riciclatisi in esperti di strategie militari e di immancabile "geopolitica".

Una cosa ha poi accomunato le due "serie" televisive, e cioè la contrapposizione delle posizioni più o meno ufficiali con quelle di una serie di personaggi, usciti dal nulla o ripescati dalla preistoria che hanno trovato il paese di bengodi e la possibilità di uscire alla ribalta con frequenza direttamente proporzionale alla dimensione delle bestialità che riuscivano ad escogitare e che si possono riassumere con le sigle no-vax e pro-Putin.

La parola d' ordine per questi ultimi protagonisti è stata ed è: più la sparo grossa più mi chiamano e più mi faccio vedere, più aumentano le possibilità di vendere libri inutili o che mi venga magari affidata nuovamente la conduzione di qualche trasmissione oppure, in caso di politici, di rimediare qualche voto in più, andando a pescare nell'elettorato più torbido e sprovveduto.

Molto probabilmente, l'audience sta cominciando a risentirne, visto che alla fine, qualunque sia il canale televisivo, ci si ritrova a sbattere contro le stesse facce, che per settimane e mesi non  fanno che ripetere le stesse corbellerie.

Pare che si cominci dalla Berlinguer, ma avrebbero potuto benissimo iniziare da Del Debbio, Giordano, Porro ecc. 

Staremo a vedere e speriamo bene, visto che c'è un limite a tutto.