Domenica, il ministro degli Esteri russo, Lavrov aveva paragonato Zelensky a Hitler, perché entrambi ebrei e nazisti,  aggiungendo che Hitler probabilmente aveva realizzato il genocidio degli ebrei per nascondere il fatto di esserlo in parte anche lui.

Non appena i media hanno ripreso le dichiarazioni di Lavrov, ilunedì  massimi rappresentanti delle istituzioni israeliane, e tra costoro il premier  Bennett e il ministro degli Esteri Lapid, hanno condannato la dichiarazione, definendo la dichiarazione "imperdonabile e oltraggiosa oltre che un terribile errore storico".

Martedì, per tutta risposta. il ministero degli Esteri russo ha accusato Israele di sostenere i neonazisti in Ucraina, definendo i commenti di Lapid "anti-storici" e "in larga misura esplicativi del perché l'attuale governo israeliano sostenga il regime neonazista di Kiev".

Non soddisfatto, mercoledì, lo stesso ministero aveva aggiunto che gli israeliani stiano combattendo in Ucraina a fianco del reggimento ultranazionalista Azov.

Dopo tutto questo, giovedì, il presidente russo Vladimir Putin, dopo aver inviato un messaggio al presidente Isaac Herzog in occasione del Giorno dell'Indipendenza di Israele, ha poi parlato al telefono con il primo ministro Bennett, discutendo anche della situazione in Ucraina.

In una nota diffusa dal Cremlino, Putin e Bennett nel loro colloquio hanno prestato particolare attenzione agli aspetti umanitari della crisi ucraina, in particolare all'evacuazione dei civili dallo stabilimento Azovstal a Mariupol. Putin ha sottolineato che l'esercito russo resta pronto a fornire un'uscita sicura ai civili e per quanto riguarda i militari, le autorità di Kiev dovrebbero dare loro l'ordine di deporre le armi.

Entrambi hanno poi parlato del significato speciale della data del 9 maggio per i popoli di Russia e Israele e si sono detti entrambi d'accordo nello sviluppo di relazioni amichevoli tra i due Paesi.