Dopo tanti mesi di ingiusto sequestro prima e di stop forzato dovuto all’emergenza Covid-19 poi Mediterranea torna in mare, nel pieno rispetto delle normative anti-covid, per monitorare e denunciare le violazioni dei diritti umani che continuamente avvengono nel Mediterraneo.Profughi di guerra e vittime di torture vengono lasciati morire nel silenzio o vengono catturati con il coordinamento dei governi europei e riportati alle torture dei campi di detenzione libici.Torniamo in mare in uno scenario, quello del Mediterraneo, sempre più inquietante, in cui i governi europei rivendicano ormai la propria connivenza con le milizie di un paese in guerra come la Libia calpestando consapevolmente diritti fondamentali e vite umane.Essere in quel mare significa ancora una volta cercare di riaffermare dal basso che la vita di ogni persona conta. I can't breathe è l'ultimo sussulto anche di ogni persona lasciata annegare per scelte politiche criminali.Mediterranea sta tornando dove deve essere, dove c’è bisogno di aiuto e di umanità. L’equipaggio di mare sa di poter contare sul sostegno dei tanti equipaggi di terra che, in Italia e nel mondo, sostengono la sua missione. Buon vento Mare Jonio!

E così, questo mercoledì è partita una nuova misione della Mare Jonio, la nave di soccorso gestita dalla ong Mediterranea Saving Humans.

Un paio di giorni fa l'equipaggio della Mare Jonio aveva ricevuto la visita a bordo del vescovo di Mazara, Domenico Mogavero: «La visita - ha detto il vescovo - mi ha dato l’opportunità di incontrare queste persone splendide, uomini e donne, che hanno accettato la sfida di salvare in mare naufraghi provenienti dalla sponda libica. Sono persone spinte da una motivazione meravigliosa, e cioè quell’umanità che traspira dai loro volti, dal racconto delle loro esperienze.

È bello che ci siano persone che hanno un’idealità grande e che lo fanno per una passione verso gli altri che sopperisce alle tante iniquità e alle tante ingiustizie della politica e di tanta gente che è indifferente e ostili verso coloro i quali chiedono il rispetto della loro dignità e dei loro diritti».