Con il disappunto della redazione de L'Unità, che nei giorni scorsi si era augurata il contrario, Jeremy Corbyn è stato riconfermato, come era largamente previsto e anche auspicabile, alla guida del Partito Laburista.

650 mila fra iscritti al partito e simpatizzanti hanno avuto un mese di tempo per votare per posta e online. Il 61,8% ha dato il suo voto a Corbyn, contro il 60% di un anno fa, rafforzando ulteriormente la sua posizione all'interno del partito. Il suo sfidante Owen Smith (nella foto insieme a Corbyn) ha riportato il 38,2% dei consensi.

Corbyn era stato messo in discussione dai parlamentari laburisti subito dopo il referendum sulla Brexit. Gli era stato imputato di non essersi sufficientemente impegnato nella campagna a favore della permanenza della Gran Bretagna nell'Unione Europea.

Il leader laburista, fin dalla sua elezione, non era mai stato gradito a molti parlamentari suoi colleghi, nel timore che le sue posizioni di sinistra, a loro modo di vedere, troppo radicali rendano impossibile una vittoria del Partito Laburista alle elezioni politiche.

In pratica, si era venuta a creare l'assurda, e anti-democratica, situazione in cui i parlamentari cercavano di far capire agli iscritti al partito che si erano sbagliati. Evidentemente, per gli oppositori di Corbyn è opportuno essere di sinistra, ma non troppo, se si vogliono vincere le elezioni. Quale senso possa avere per un partito di sinistra vincere delle elezioni con un programma di centro o di centro-destra, à la Tony Blair, solo loro possono spiegarcelo.

Purtroppo, per molti, Renzi fra questi, le idee ormai non contano più. Il valore sta solo nella vittoria elettorale, comunque ottenuta.

Jeremy Corbyn era stato esplicitamente sfiduciato dal voto del gruppo parlamentare e molti dei ministri del governo ombra si erano dimessi. Questo aveva reso necessario una nuova consultazione della base per la rielezione del leader del partito. Inizialmente a sfidare Corbyn era stata Angela Eagle, che aveva poi fatto posto a Owen Smith.

Si stenta a comprendere questo accanimento nel tentativo di rovesciare Corbyn, quando anche allora era già abbastanza evidente che il buon Jeremy godeva di un ampio consenso fra gli iscritti e un nuovo successo non avrebbe fatto altro che rafforzarlo, come è poi successo.

Tutta la vicenda ha creato profonde divisioni all'interno del Partito Laburista. Sarà compito ora di Corbyn cercare di colmarle. Ed è quello che ha già cominciato a fare a Liverpool nel discorso che ha fatto seguito alla sua riconferma. "Sono più le cose che ci uniscono di quelle che ci separano", ha detto. Ora è arrivato il momento di concentrare tutte le forze nell'opposizione al nuovo governo conservatore di Theresa May. "Lavoriamo tutti insieme per un reale cambiamento in Gran Bretagna", ha continuato.

Se rispondono al vero le voci che stanno circolando in ambienti londinesi, secondo le quali l'attuale primo ministro sarebbe intenzionato a indire elezioni anticipate l'anno prossimo, Jeremy Corbyn avrà presto occasione di verificare se le sue politiche riusciranno a far presa anche sulla maggioranza dei britannici.