Per quale ragione una trasmissione del servizio pubblico, quale dovrebbe essere “Report” (e non lo è, visto che ormai sembra dedita a delegittimare esponenti del Governo e della maggioranza politica che lo sostiene) pagata dai cittadini, deve fare da spalla e supporto a “Il Fatto”, giornale fazioso, inattendibile, popolato da giornalisti rancorosi e frustrati, che fa propaganda per i 5 Stelle? Lo chiamano, impropriamente, “giornalismo d'inchiesta”, ma è solo la prosecuzione della lotta politica attraverso l'inganno e le menzogne.

Così pochi giorni fa scriveva sul proprio account Facebook il sottosegretario di Stato al Ministero della cultura, Vittorio Sgarbi, in relazione ad una vicenda di cronaca cui è protagonista e, per l'appunto, rivelata dalla trasmissione condotta da Sigfrido Ranucci.

"Il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi - dichiara Report - possiede una preziosa opera del Seicento dipinta dal senese Rutilio Manetti, che risulta simile a una rubata nel 2013 dal castello di Buriasco".

Dopo l'inchiesta, andata in onda a metà dicembre, il noto politico e critico d'arte ha smentito categoricamente: "Il dipinto rubato e quello di mia proprietà sono due opere diverse".

Ma Report è entrata in possesso della scansione ad alta risoluzione del dipinto di Sgarbi, effettuata per conto del sottosegretario da un'azienda di Correggio, la GLab. Dall'analisi della scansione del dipinto a 16k, emergono prove difficilmente confutabili (secondo Report) che fanno ritenere che il quadro di Sgarbi esposto a Lucca nel dicembre 2021 e quello trafugato siano in realtà la stessa opera.

Lo dimostrerebbe anche un frammento ritrovato al castello di Buriasco, rimasto incastrato nella cornice dopo il furto, coincidente con il restauro fatto effettuare da Sgarbi sul suo Manetti.

Secondo l'ipotesi avanzata da Report, in sostanza, Sgarbi sarebbe venuto in possesso dell'opera trafugata dal castello di Buriasco e per differenziarla dall'originale, nel restauro in cui avrebbe provveduto a sostituire anche il pezzo di tela mancante, vi avrebbe fatto aggiungere una fiaccola. E proprio la fiaccola fa dire al critico d'arte, e adesso sottosegretario alla Cultura, che la sua opera è unica e del tutto diversa da quella rubata.

La scansione ad altissima risoluzione rivela che su tutta la superficie del dipinto sono presenti delle crepature, caratteristiche delle pitture antiche. Tali crepature, però, non ci sono proprio sulla fiaccola... unica parte del quadro che, pertanto, sembrerebbe dipinta di recente. Un caso?

Per Report, toccherà ora ai Carabinieri del Nucleo di Tutela, che da settimane indagano sulla vicenda, recuperare l'opera per chiarire in modo inconfutabile se il sottosegretario alla Cultura abbia o meno nella sua collezione un'opera d'arte rubata... anche perché Sgarbi, alla richiesta di chiarimenti, ha risposto così: 

Oggi, infine, il Fatto Quotidiano ha reso noto che Vittorio Sgarbi sarebbe indagato per furto di beni culturali. Così i deputati del PD hanno commentato la vicenda: 

Le accuse che la procura di Macerata muove nei confronti di Sgarbi sarebbero gravi per un cittadino comune, lo sono ancora di più per un sottosegretario alla Cultura. E non sono le prime ombre ad addensarsi sulla sua figura.La Magistratura farà il suo corso ma serve immediatamente chiarezza. Il patrimonio artistico-culturale del Paese, già ampiamente penalizzato dalla mala gestione, non può subire anche questo colpo. Meloni e Sangiuliano smettano di difendere Sgarbi a tutti i costi.“Sono accuse molto gravi che, se confermate, si sommano a una situazione già compromettente per un responsabile delle istituzioni. Meloni e Sangiuliano smettano di tentennare, le indagini avranno il loro corso ma è indubbio che siamo davanti a un caso politico e sono troppo fresche le ferite subite dal patrimonio artistico e bibliotecario italiano per colpa della mala gestione” - Irene Manzi.