Impegnati a litigare su tutto, i ministri del cambiamento devono anche continuare, ognuno per le proprie competenze e per i propri interessi a portare avanti quelli che potranno essere utilizzati come successi da sventolare nella prossima campagna elettorale per le politiche. L'azione collegiale del Governo ormai è solo di facciata ed è ipocritamente confermata da Lega e 5 Stelle solo finché una delle due forze politiche non riterrà conveniente ufficializzare la crisi già in atto da giorni.
La questione Alitalia è un problema che si sono intestati i 5 Stelle, anche per un fatto tecnico visto che riguarda i ministeri grillini di Sviluppo e Infrastrutture, e per tale motivo Luigi Di Maio vuole trovare una soluzione.
La formazione della nuova ennesima società che dovrebbe gestire Alitalia è definita solo per metà, con Ferrovie (30%), Delta (15%) e Mef (15%) che si sono dette disponibili a farsi carico del 60% delle quote, fermo restando che a gestire la nuova compagnia di bandiera avrebbero dovuto essere le Ferrovie. Da qualche mese, però, nessuno si è fatto avanti per acquisire il rimanente 40% .
Dato che per inizio maggio è prevista la fine della gestione commissariale, con l'inizio dell'attività della nuova azienda , entro il 30 aprile prossimo la compagine societaria della nuova Alitalia dovuto essere definita. A questo punto, però, sembra difficile che queste scadenze possano essere rispettate. Quasi sicuramente, la nuova azienda partirà con qualche giorno di ritardo, forse un mese. Ma con chi?
Secondo le ultime indiscrezioni, sarebbe Riccardo Toto a farsi carico della parte più consistente di quel 40% ancora da assegnare, insieme ad altre società di cui però non è ancora confermata la partecipazione. Allo scopo potrebbe anche servire il viaggio di Conte in Cina , visto che con la cosiddetta via della seta una quota di Alitalia ad una compagnia aerea cinese (China Easter?) non sarebbe così illogica.
Ma chi è Riccardo Toto? Un finanziere che in passato ha tentato più volte di farsi largo nel settore dei voli aerei... collezionando una serie di fallimenti. Il primo risale ad AirOne, azienda in pratica fallita e inspiegabilmente finita nella newco creata per il salvataggio di Alitalia. Anche l'esperienza della nuova Alitalia voluta dall'allora governo Berlusconi sappiamo come è andata a finire. Ma Toto non si è arreso, così nel 2011 ha rilevato un'altra compagnia aerea, la Livingstone, che ha smesso di volare nel 2014 ed è fallita nel 2015. Come si vede da questi precedenti, non è che la presenza di Toto nella nuova società, almeno dal punto di vista scaramantico, sia così di buon auspicio, considerando che la quota di cui si farebbe garante potrebbe pure fargli pretendere anche un ruolo di primo piano all'interno della nuova Alitalia.
Dopo i "fallimenti aerei", Toto ha rimpinguato le proprie finanze comprando dai Benetton una quota della A24, l'Autostrada dei Parchi abruzzese, diventandone principale concessionario con il 60% e finendo così per far parte di quella schiera di "prenditori" senza "im", che proprio i 5 Stelle dicevano di voler combattere, a partire dai Benetton.