Si è conclusa la "Trident Juncture" la più imponente esercitazione NATO dai tempi della guerra fredda, iniziata il 25 ottobre in Norvegia e alla quale hanno partecipato anche le Forze Armate Italiane.

È stata un'esercitazione multinazionale con l'obiettivo di incrementare la capacità di operare congiuntamente dei 29 Paesi dell'Alleanza  e dei Paesi Partner, nonché di verificare ed addestrare la NATO Response Force, la Forza Multinazionale di risposta immediata con cui la NATO è in grado di rispondere  tempestivamente alle minacce.

L'esercitazione è stata divisa in 2 parti,durante la prima fase i vari assetti hanno raggiunto l'area di operazione e poi la fase LIVEX che è stata la simulazione di un conflitto su terra, mare e aria, in modo da testare tutte le Forze in scenari caratterizzati da forme di guerra ibrida  e dalla costante minaccia cibernetica.

La "Trident Juncture" verrà ricordata anche per lo sbarco anfibio sulle coste norvegesi, evento che ha segnato l'inizio dell'evento tattico denominato la "battaglia di Oppdal, con 17.000 militari  e 20 navi militari entrate in azione, che hanno operato nel Circolo Polare Artico conducendo operazioni di volo in condizioni climatiche estreme:non accadeva da 28 anni.

Il Carrier Strike Group 8 della Marina degli USA e i Marines del Marine Expeditionary Force II sono stati posti sotto il controllo operativo di un Comando NATO. La Trident Juncture  ha visto partecipare 31 paesi (29 della NATO più la Svezia  e la Finlandia), 52000 militari, 65 unità navali, 250 aeromobili e oltre 100 velivoli terrestri.

Alla"Trident Juncture"ha preso parte anche un'aliquota di militari italiani in servizio presso StrikeForceNato(Lisbona-Portogallo), un piccolo contingente formato da 4 ufficiali ed un sottufficiale dell'Esercito ed uno dell'Aeronautica, è stato impiegato in ruoli direttivi nell'ambito dello Staff del CTF 1106 ed è stato imbarcato sulla USS Mount Whitney il 12 ottobre a Lisbona.

Durante la fase iniziale dell'esercitazione, nella quale i diversi assetti hanno raggiunto l'area di operazione, lo staff ha diretto attività seriali a difficoltà crescente in modo da amalgamare le forze assegnate e renderle pronte alla fase finale dell'esercitazione, ovvero la LIVEX, una vera e propria simulazione di un conflitto su mare, terra e aria.


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