Il professor Sabino Cassese si chiede se ci sia ancora bisogno di una struttura così complessa come la Direzione Nazionale antimafia?
Il primo a rispondere è stato il procuratore della Repubblica di Napoli, Nicola Gratteri con la seguente frase: “Ognuno dovrebbe parlare di ciò che sa, in base a ciò che ha fatto nella vita”.
Personalmente credo che la domanda posta da Cassese sia assolutamente legittima.
Io mi sento di rispondere così: “Serve talmente tanto che l’idea di Giovanni Falcone è stata esportata in Unione europea e in molti altri Stati extraeuropei”.
Il fatto che sia possibile detenere e poi accedere con facilità a molti dati riservatissimi così facilmente, è certamente una patologia grave, ma non si può curare il malato uccidendolo.
È proprio Giovanni Falcone in audizione al CSM a spiegare magistralmente che la Direzione Nazionale Antimafia doveva avere il compito di rendere effettivo il coordinamento delle indagini, di garantire il funzionamento dell’impiego della polizia giudiziaria e di assicurare la completezza e la tempestività delle investigazioni.
Questi i tre compiti sono stati assegnati al Procuratore Nazionale Antimafia e sembra che nel tempo siano stati ben usati e abbiano dato i loro frutti positivi.
Talmente era azzeccata questa riforma che oggi è riproposta in Eurojust e in Eppo (Procura Europea) in ambito europeo.