Comunemente abbiamo sempre considerato la temperatura corporea oltre i 37° rappresentare uno stato febbrile.

Questo riferimento fu stabilito per la prima volta nel 1851 dal medico tedesco Carl Reinhold August Wunderlich

Uno studio Americano pubblicato su e.life (elifesciences.org/articles/49555) ha analizzato un certo numero di volontari, selezionati anche in base a diverse fasce di età.

I ricercatori hanno analizzato le misurazioni di temperatura di tre coorti in tre diversi periodi storici: quella dei Veterani della Guerra Civile dell’Esercito dell’Unione,  con misurazioni effettuate tra il 1860 e il 1940, quella del National Health and Nutrition Examination Survey, negli anni 1971-1975 e quella dello Stanford Translational Research Integrated Database Environment (anni 2007–2017). In totale 677.423 misurazioni.

Secondo Myroslava Protsiv, della Divisione di Malattie Infettive e Medicina geografica della Stanford University, in California, "le differenze di temperatura osservate tra il XIX secolo e oggi sono reali  ed esprimono cambiamenti della salute umana".

In realtà è cambiato l'ambiente in cui viviamo, le condizioni di vita il contatto con diverse sostanze.  Le differenze di temperatura osservate tra il XIX secolo e oggi  fornisco  importanti indizi fisiologici sui cambiamenti nella salute umana e nella longevità dopo la Rivoluzione industriale.