L'ansia e lo stress sono problematiche sempre più diffuse, si manifestano sia di giorno sia di notte e spesso coinvolgono anche i denti. Con l’aumento del livello di stress, specialmente in determinati periodi dell’anno, può capitare di serrare e sfregare i denti tra loro anche senza rendersene conto, svegliandosi al mattino con mal di testa, fastidio ai denti e dolori alle porzioni laterali del viso. In questi casi le tensioni quotidiane vengono scaricate durante il sonno, andando a coinvolgere in maniera rilevante l’intero l’apparato stomatognatico. Facciamo chiarezza sull’argomento con Il Prof. Stefano Scavia, docente universitario di chirurgia orale rigenerativa presso l’Università degli studi di Milano Bicocca e fondatore della scuola di formazione in chirurgia orale minimamente invasiva M.I.D.A. - Minimal Invasive Dental Academy – nella sua prestigiosa clinica milanese Odontoaesthetics.
Di cosa si tratta? Quali sono le conseguenze?
Il fenomeno di cui parliamo è definito “parafunzione”, cioè un impulso fisico causato dalla somatizzazione di una condizione psicologica, la manifestazione più comune in questo senso è il bruxismo. Il termine deriva dal greco e significa letteralmente “digrignamento dei denti”, ossia un’involontaria contrazione dei muscoli facciali normalmente utilizzati per masticare, che porta a sfregare tra loro le due arcate dentarie oppure a serrare con forza eccessiva le mascelle. Non è sempre facile individuarne la causa in quanto spesso l’origine è multifattoriale; in questo senso possono concorrere ansia, stress, disturbi emotivi o del sonno, problemi di malocclusione dentaria, problemi posturali, errate riabilitazioni protesiche dei denti. Dal punto di vista odontoiatrico l’abrasione meccanica delle superfici dentali consuma lo strato di smalto che protegge i denti, favorendo l’insorgenza di carie, l’ipersensibilità a caldo e freddo e modificando strutturalmente ed esteticamente i denti, che si riducono e si assottigliano. Dal lato gnatologico vengono invece coinvolti i muscoli facciali e l’articolazione temporo-mandibolare (ATM), sollecitati ed affaticati in maniera eccessiva. Il risultato si esplica in dolori cronici al volto, difficoltà ad aprire la bocca, rumori durante la fonazione e la masticazione, cefalee e tensioni cervicali.
Come diagnosticare il bruxismo e come prevenire i danni?
Circa il 30% della popolazione soffre di bruxismo e purtroppo molti pazienti prendono coscienza del problema e decidono di rivolgersi ad uno specialista solo quando ormai i danni sono già molto gravi. La prevenzione in questo campo è una mossa fondamentale, infatti se il problema viene intercettato sul nascere, un trattamento funzionale relativamente semplice è spesso sufficiente ad evitare importanti conseguenze. Il paziente non trattato invece può arrivare ad avere dolori cronici, perdita di vitalità di alcuni elementi dentari a causa dell’eccessiva usura e denti che iniziano a muovere per la perdita di supporto osseo; nei casi più gravi subentrano sintomi neurologici quali vertigini, ronzii cronici alle orecchie (acufeni), veri e propri danni articolari e problemi posturali in grado di coinvolgere l’intera colonna vertebrale. Nel caso in cui il paziente abbia il dubbio di essere bruxista, il consiglio è quello di rivolgersi ad un dentista, meglio se esperto in gnatologia, il quale sarà in grado di diagnosticare la patologia attraverso una visita specialistica e di intercettarne il decorso con l’eventuale ausilio di evolute tecnologie. E’ difficile risolvere la causa primaria del Bruxismo, lo stimolo inconscio scatenante è spesso difficile da individuare e si dovrebbe lavorare nel campo della psicologia (la risoluzione di ansia e stress sono spesso sfide difficili anche per i migliori clinici e specialisti), ed è per questo motivo che esistono alcuni trattamenti mirati a ridurre il dolore e a prevenire i danni a denti ed articolazioni. Si tratta di terapie che utilizzano appositi manufatti, realizzati su misura e in differenti tipologie di materiali a seconda del tipo di parafunzione, vengono definiti genericamente Bite, si indossano preferibilmente durante le ore notturne e vanno a proteggere i denti e a scaricare la tensione articolare.
E quando i danni sono già avvenuti? Come intervenire?
Durante la visita specialistica si valuta se ci siano stati danni ai denti e all’articolazione temporo-mandibolare, indirizzando il paziente ai relativi esperti del team, come ortodonzista, osteopata, posturologo e protesista, per la risoluzione degli stessi. Nei casi più gravi di abrasioni, le parafunzioni sono spesso associate a disturbi alimentari o digestivi, ad abitudini errate (mangiarsi le unghie, mordere particolari oggetti etc) o a pratiche sportive o professionali che possano coinvolgere la struttura dentrale. In tutti questi casi le ricostruzioni dentali addittive rappresentano oggi il trattamento di nuova generazione. Attraverso innovative tecniche e tecnologie il protesista è in grado di ricostruire i denti ripristinandone il loro stato originale, migliorandone l’aspetto estetico e ricostruendo il tessuto perso, senza ricorrere a devitalizzazioni, capsule, estrazioni o a procedure che sacrifichino ulteriore tessuto naturale. L’ipersensibilità invece può essere facilmente trattata nei casi più lievi ed in modo rapido con il laser, in quelli più complessi, ove l’abrasione arrivi a coinvolgere in maniera rilevante anche i tessuti gengivali, esistono tecniche ricostruttive molto efficaci realizzate dal chirurgo parodontologo. Nel caso in cui il bruxismo concorra all’insorgenza di un problema di malocclusione o disallineamento dentale, gli Aligner invisibili sono oggi una delle soluzioni più efficaci ed utilizzate dall’ortodonzista. Questi trattamenti ormai fanno parte del flusso di lavoro quotidiano in centri di eccellenza come il nostro, dove il lavoro di team e la sinergia tra i vari specialisti è fondamentale per riportare il paziente ad un perfetto equilibrio tra denti, articolazioni e postura.