Il comparto dell’assistenza socio-sanitaria è in una fase cruciale: a causa dell’invecchiamento della popolazione, la richiesta di servizi è in perenne aumento ma il sistema italiano non è ancora pronto a soddisfare il crescente fabbisogno.

A farne le spese, come più volte denunciato dal sindacato autonomo Snalv Confsal, sono i lavoratori dell’ambito privato: O.S.S., infermieri, addetti all’assistenza, educatori, fisioterapisti e così via.
I dipendenti lavorano in condizioni precarie, con una grave carenza organica e con stipendi molto più bassi rispetto ai colleghi del pubblico impiego. Snalv Confsal è convinto che l’unica strada per tutelare i lavoratori sia l’equiparazione del settore, anche in termini retributivi, a quello della sanità pubblica. Nel frattempo, però, le parti sociali non
possono esimersi dal compiere tutti gli sforzi possibili per valorizzare le professionalità operanti nelle Residenze, nelle Comunità e nei Centri terapeutici.

In tale ottica, il rinnovo del Contratto Anaste (associazione dei datori di lavoro) rappresenta una risposta impellente per migliaia di lavoratori, che hanno perso grosse fette di potere d’acquisto negli ultimi due anni, anche a causa della spinta inflazionistica. L’associazione datoriale Anaste sembra fare orecchie da mercante e, nei fatti, sta bloccando le trattative sindacali.

«Snalv Confsal porrà in essere tutte le iniziative, sindacali e non, per tutelare i lavoratori, così come ha sempre fatto finora» - dichiara il Segretario nazionale, Maria Mamone - «Da un lato, continua la denuncia nei confronti delle istituzioni competenti incapaci di prendere provvedimenti, dall’altro, nei confronti delle associazioni datoriali che stanno tradendo la fiducia dei propri dipendenti».

Per maggiori informazioni: https://snalv.it