(Roberto Repole, arcivescovo di Torino)


Il nuovo “modello di Chiesa”, e cioè «il ripensamento della presenza cristiana sul territorio», su cui torneremo con una più approfondita riflessione, è stato presentato al Consiglio pastorale della diocesi di Torino del 31 maggio scorso. Esso si impernia sulla cruciale figura del «Ministero di coordinatore di comunità senza parroco residente in equipe». Questo «ministro» sarà un laico scelto dalla comunità dopo un triennio di formazione che prevede anche un’area denominata significativamente «Anno zero». Un titolo che ben si addice ai fautori, come l’arcivescovo Roberto Repole, di quell’ermeneutica della  rottura per cui la Chiesa diventa veramente Chiesa solo con il Vaticano II (Fonte: lospiffero.com). 

Per il Movimento Internazionale dei sacerdoti sposati il Vaticano II fu una pietra miliare nel tentativo di rinnovamento della Chiesa. Poi bloccato dall'immobilismo dei papati successivi.

La Chiesa piano piano sta morendo e la grande risorsa della riammissione al ministero dei preti sposati viene costantemente soffocata.