Il 25 gennaio 2019 Roger Stone è stato arrestato su ordine del procuratore speciale Robert Mueller per falsa testimonianza, ostacolo alla giustizia, false dichiarazioni e per aver fatto da tramite tra il comitato elettorale di Trump, gli hacker russi e Wikileaks. A novembre 2019 Roger Stone è stato giudicato colpevole per tutti i sette capi d'accusa, e nel febbraio 2020 viene condannato a scontare 40 mesi in prigione.  L'11 luglio, non senza suscitare molte perplessità, Trump gli concede la grazia.

Perché ricordare la vicenda di Roger Stone? Perché lo slogan "Stop the Steal" a capo della campagna di disinformazione che accompagna la protesta di centinaia di migliaia di americani che credono alle panzane di Trump su presunti brogli elettorali nelle elezioni del 3 novembre e che da giorni riempiono caselle di posta e social per diffondere notizie false sul voto è riconducibile a lui.


Quindi è anche grazie a lui che oggi si sono riunite a Washington, vicino a Freedom Plaza non lontano dalla Casa Bianca, migliaia di persone, tutte rigorosamente senza mascherina, per pretendere che Trump continui a ricoprire l'incarico di presidente degli Stati Uniti anche per i prossimi 4 anni pur avendo perso le elezioni, sconfitto da Joe Biden che ha conquistato 306 delegati contro i 232 del presidente in carica. 

Alla manifestazione che ha preso il via intorno a mezzogiorno, titolata Million MAGA March o March for Trump o Stop the Steal, partecipano anche gruppi di estrema destra, tra cui Proud Boys, Oath Keepers e QAnon.

Trump, che venerdì aveva dichiarato che avrebbe salutato i manifestanti, è passato in mezzo a loro con il corteo di auto che lo accompagnava al suo golf club a Sterling, in Virginia.


Ieri, il presidente in carica ha tenuto una surreale conferenza stampa in cui si è autocelebrato per il fatto che la Pfizer ha annunciato la disponibilità entro fine anno di alcune decine di milioni di dosi di un vaccino anti Covid, mentre i nuovi casi di contagio negli Stati Uniti superavano il numero di 180mila ed i morti raggiungevano quasi i 1.400 in un giorno. 

Nella stessa occasione Trump ha dichiarato che non aveva intenzione di riconoscere la vittoria del suo avversario. Una follia che ormai lo rende ridicolo di fronte a tutto il mondo, visto che alla base delle sue dichiarazioni vi sono delle pretese di brogli di cui tribunali e responsabili dello spoglio dei voti non hanno trovato traccia. 

Ma questo non sembra preoccupare Trump che, sostenuto da esponenti del partito repubblicano (sempre meno ogni giorno che passa) e dai funzionari della sua amministrazione, continua nel suo desiderio di dividere l'opinione pubblica del Paese, mettendone a rischio la democrazia, senza dimenticare anche che sta facendo di tutto e di più per promuovere la diffusione del contagio. 

In pratica, quella che consegnerà a Biden, nel caso qualcuno non riesca a fermarlo in tempo, sarà un'America a pezzi... ma forse è proprio questo a cui Trump sta mirando, volendo trovare una qualche razionalità nel suo modo di agire.