Il ministro della contraposizione di qualunque tipo e per qualunque motivo, Matteo Salvini, ha esultato per "46 denunciati, quasi tutti appartenenti ai CENTRI SOCIALI, fra cui i capi di Askatasuna, per gli attacchi di oggi con bombe carta, cesoie, martelli e pietre al corteo No Tav, a cui si è risposto con l’uso di idranti e di circa 200 lacrimogeni.

Ringrazio a nome di tutti gli Italiani - ha detto Salvini - le centinaia di donne e uomini delle Forze dell’Ordine che hanno evitato feriti (ad eccezione di un poliziotto) e incidenti gravi, garantendo a tutti libertà di manifestazione.

Non ci sarà nessuna tolleranza per teppisti e delinquenti.

La Tav si farà, indietro non si torna [citando volutamente un motto fascista, ndr]".


Questo il commento di colui che dovrebbe ricoprire il ruolo di ministro dell'Interno al corteo dei Notav che da Venaus è riuscito ad arrivare, come si era prefissato, a ridosso del cantiere di Chiomonte del Tav Torino Lione.


Nonostante i divieti, le recinzioni e i lacrimogeni, alcuni dei manifestanti, in totale circa 15mila secondo gli organizzatori, hanno raggiunto il cantiere per poi tornare indietro intorno alle 19:30.

Una manifestazione, quella odierna, per dimostrare che il movimento Notav non ha o perlomeno non riconosce rappresentanti politici su cui fare affidamento, anche in Parlamento, nonostante gli inutili sforzi propagandistici di Di Maio e dei 5 Stelle che dopo il sì all'opera annunciato dal premier Conte, registreranno un ulteriore e inevitabile calo di consensi... ma ormai a questo trend sono abituati.

Per questo, ad una delle infrastrutture del cantiere, i manifestanti hanno appeso uno striscione su cui è scritto "Fermarlo tocca a noi".