Il renzianissimo Davide Faraone, nel question time di mercoledì pomeriggio che si è tenuto alla Camera, ha chiesto al neo ministro della Cultura un parere sulle nomine decise "in articulo mortis" (in senso politico, s'intende) dal suo predecessore, Gennarino Sangiuliano, dopo che questi aveva già annunciato e presentato le sue dimissioni alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.

Questo è ciò che il "plurianellato" (ma non al naso) Alessandro Giuli ha risposto:

"Ringrazio gli onorevoli interroganti per il quesito posto, che mi offre l'occasione per sottolineare non soltanto l'attenzione che questo Ministero sta dedicando alla questione, ma anche il rispetto che rivolgo a voi tutti e all'istituzione che rappresento da pochi, ma sentiti, giorni. Ci tengo a sottolineare che non mi sento affatto offeso dall'azione e dalle scelte dell'ex Ministro Gennaro Sangiuliano, che mi ha preceduto, ma è proprio tale rispetto che mi induce a dirvi che io per primo, a poche ore dal mio insediamento, venerdì scorso, mi sono posto alcuni degli interrogativi che voi adesso mi avete rivolto, traendo, evidentemente, conclusioni differenti dalle vostre.A tale proposito e prima di entrare nel merito, posso comunque anticiparvi che la commissione su cui oggi stiamo discutendo è oggetto, in queste ore, di una mia attenta verifica e revisione. Ora entriamo, come si dice, in medias res. Preliminarmente, giova evidenziare a noi tutti alcune imprecisioni contenute nel quesito degli interroganti. Con il decreto ministeriale del 6 settembre 2024, n. 272, è stata infatti disposta la nomina di 15 personalità - non 18, come sostenuto da voi interroganti - della commissione di esperti istituita ai sensi dell'articolo 26, comma 2, della legge n. 220 del 2016.Inoltre, occorre evidenziare come l'individuazione di 15 esperti sia stata naturalmente ispirata dalla ricerca di una variegata e comprovata qualificazione professionale nel settore, così come richiesto dalla normativa. Tra i 15 esperti con profilo curriculare di alto livello cito, ad esempio, uno per tutti - e primo fra tutti, probabilmente - Paolo Mereghetti, autore del più celebre e diffuso dizionario dei film realizzato in lingua italiana, il Mereghetti, tutt'altro che identificabile come un cliente dell'ex Ministro Sangiuliano.Noto, peraltro, come gli interroganti, pur solerti nella ricerca di presunte carenze dei requisiti soggettivi dei 15 esperti designati, non abbiano, al contrario, tenuto a rilevare il mancato rispetto dell'equilibrio di genere, questo sì reale. A tal riguardo, è mio intendimento intervenire su tale profilo, trattandosi, tra l'altro, di un criterio espressamente previsto ai fini della composizione della commissione di esperti. Ricordo agli onorevoli interroganti e all'Aula che il decreto non ha ancora perfezionato il proprio iter, ed è, quindi, suscettibile di integrazione e verrà senz'altro modificato e arricchito secondo i canoni di autorevolezza professionale e scientifica che ne hanno ispirato l'origine".

Questa l'interpretazione che "l'interrogante", Davide Faraone, ha dato alle parole del neo ministro:

"Mi dichiaro soddisfatto, perché, al di là di quello che il Ministro ha detto inizialmente, cioè che rispettava la decisione compiuta dal predecessore Sangiuliano, dalla replica, di fatto, ha dimostrato che l'operato del Ministro Sangiuliano è stato veramente pessimo, perché non c'è un solo passaggio rispetto a quello che Sangiuliano ha compiuto un secondo prima di dimettersi che lei ha confermato con il suo intervento.Infatti, rivedrà radicalmente la commissione. Sui 15 nomi indicati noi abbiamo dato un'indicazione. Secondo noi, le scelte di governo di quel Ministero fino ad ora - e auspichiamo che con lei si cambierà - hanno comportato una gestione di tipo clientelare, con un'impostazione di costruzione di un'egemonia culturale che si costruisce attraverso la clientela, che è una follia e che era l'impostazione del Ministro Sangiuliano, che è stato, devo dire, un Ministro che ha avuto una certa continuità per le gaffe, per il modo e per i motivi per cui si è dimesso e per come si è dimesso.Uno che, un minuto dopo aver parlato con la Premier e avere detto che va a casa, si presenta di soppiatto al Ministero e dice 'facciamo rapidamente le ultime nomine perché me ne sto andando' è in continuità con un Ministro che è stato una macchietta per il nostro Paese. Noi auspichiamo, da parte sua, una svolta radicale. Quello di cui intanto prendiamo atto e per cui siamo soddisfatti, è che lei ha dato ragione a quanto noi abbiamo scritto nell'interrogazione, cioè che quella nomina improvvisata e affrettata è stata inopportuna, che i nomi espressi dal Ministro li stravolgerà, in primo luogo, perché non è stato rispettato l'equilibrio di genere e, in secondo luogo, perché nel merito è stato citato un solo nome, mentre sugli altri... lasciamo perdere!"