Cronaca

Proseguono gli sbarchi autonomi sulle coste italiane, mentre Malta ha effettuato ben 10 interventi nella Sar di competenza

Senza la copertura mediatica offerta dagli impedimenti agli sbarchi di questa o quella nave appartenente ad una Ong, negli ultimi giorni abbiamo, almeno qui in Italia, un quadro più reale in relazione all'arrivo dei migranti che da mesi i sindaci di Lampedusa e di alcuni comuni sulle coste meridionali della Sicilia già da tempo denunciavano.

Solo a Lampedusa, nelle ultime 24 ore, gli sbarchi autonomi sono stati tre e sull'isola sono arrivate oltre 100 persone.

Nella zona Sar maltese, più o meno nello stesso periodo di tempo, le unità militari de La Valletta hanno effettuato ben 10 interventi, facendo sbarcare a Malta 270 persone.

Inoltre, la nave Ocean Viking che continua ad operare in acque internazionali al largo delle coste libiche ha comunicato di aver soccorso altre 35 persone che si trovavano su una imbarcazione di legno. Quest'ultima operazione, come hanno fatto sapere dalla nave della Ong, è stata coordinata dalle autorità marittime maltesi. Una vera e propria novità rispetto a quanto avveniva solo fino a pochi giorni fa.

Successivamente, da Medici Senza Frontiere (la Ong che offre supporto medico a bordo della Ocean Viking) si comunicava che Malta aveva poi dato istruzione per lo sbarco solo alle 35 persone salvate nella propria Sar di competenza. Per gli altri 182 sopravvissuti di altri salvataggi - tra cui un neonato, bambini e donne incinte - non è stato assegnato un porto sicuro.

Lunedì, a Malta, si terrà un vertice cui parteciperanno anche Francia, Germania e Italia per formalizzare un protocollo che dovrebbe portare ad una revisione del trattato di Dublino, oltre a definire le modalità per la gestione dei salvataggi in mare e quelle per i migranti una volta sbarcati nel PoS più vicino.

In tal modo, si spera, si dovrebbero risolvere le ultime problematiche per attivare quegli automatismi che consentano ai migranti, una volta salvati, la possibilità di sbarcare a terra il prima possibile.

In ogni caso, che cosa sia necessario fare per risolvere la situazione dei migranti che provengono dal nord Africa, lo ha riassunto ieri in un convegno a Trani la portavoce della Ong Sea-Watch, Giorgia Linardi: evacuare la Libia prima della stabilizzazione, cioè corridoi umanitari; salvare chi è mare finché c'è gente che tenti la traversata; creare meccanismi di redistribuzione prevedibili.

Lunedì, a Malta, si riuscirà a dare delle risposte a tutto questo?

Autore Roberto Castrogiovanni
Categoria Cronaca
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