In Italia c'è un nuovo governo, e niente sarà più come prima. Lo ha scritto Luigi Di Maio per criticare, in seguito alla vicenda Aquarius, il modo di agire di Francia e Spagna che, come ha ricordato il ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico, hanno chiuso i loro porti da tempo.

"La Spagna ha praticato addirittura i respingimenti a caldo che sono stati anche condannati dalla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo. La Francia respinge quotidianamente i migranti a Ventimiglia e tutti ci ricordiamo cosa è successo qualche mese fa a Bardonecchia.

È imbarazzante che oggi i rappresentanti di questi Paesi vengano a farci la morale soltanto perché chiediamo a tutti i nostri partner europei di condividere con l'Italia diritti, doveri e solidarietà. Anziché sprecare fiato bisogna adoperarsi subito per distribuire i migranti che arriveranno durante l'estate in tutta Europa e modificare il prima possibile il Regolamento di Dublino. In Italia c'è un nuovo governo e niente sarà più come prima."

E bisogna dargli ragione. Infatti, niente sarà più come prima quando i governi precedenti brillavano nel "non fare", mentre quello attuale ha già ampiamente dimostrato di brillare nel "non pensare"... attività evidentemente troppo complessa per leghisti e pentastellati o, visto come vanno le cose, pentaleghisti (5 volte leghisti) come d'ora in poi si dovrà chiamarli. 

La vicenda Aquarius è nata domenica per delle dichiarazioni del ministro dell'Interno che, mentre si votava per le amministrative, ha pensato bene di uscirsene affermando che "lui" avrebbe fatto chiudere i porti per non consentire alla nave della Ong SOS MEDITERRANEE, in attesa di ricevere istruzioni dal centro di coordinamento di Roma per i soccorsi in mare, di attraccare in un porto italiano. Perché la Aquarius aveva a bordo 629 migranti.

Ma a Salvini nessuno, forse, aveva detto che 400 di quei migranti erano stati messi a bordo della Aquarius da navi italiane... della Marina e della Guardia Costiera. Come è andata a finire lo sappiamo, inutile ripeterlo.

Adesso quella vicenda si è trasformata in uno scontro diplomatico con alcuni Paesi europei e, tra questi, soprattutto la Francia per i commenti ritenuti offensivi, espressi da parte di esponenti politici vicini a Macron nei confronti dell'Italia.

Commenti che già avevano provocato la reazione del premier Conte che ha dichiarato che "l'Italia non può accettare lezioni ipocrite da Paesi che in tema di immigrazione hanno sempre preferito voltare la testa dall'altra parte."

E non è ben chiaro se venerdì prossimo a Parigi si terrà il vertice programmato tra Italia e Francia, tra Conte e Macron. A metterlo in dubbio, la convocazione alla Farnesina, da parte del ministro degli Esteri Moavero, dell'ambasciatore francese a cui ha dichiarato che le parole usate dalla Francia "compromettono le relazioni tra i due Paesi. I toni impiegati sono ingiustificabili, tenuto conto che da molti mesi ormai il nostro paese ha pubblicamente denunciato l'insostenibilità dell'attuale situazione di latitanza di un approccio coordinato e coeso a livello europeo circa la gestione dei flussi migratori, rispetto ai quali l'Italia non si è mai tirata indietro".

In più, il ministro dell’Economia Giovanni Tria ha annullato l'inconro previsto questo mercoledì a Bercy con il suo omologo francese Bruno Le Maire per discutere del summit europeo di fine giugno dove saranno presentate delle proposte di riforma della zona euro.

In mattinata, Salvini è intervenuto in Senato, sempre su questo tema, dichiarando che l'impegno dei partner Ue nel farsi carico di una quota degli immigrati arrivati nel nostro Paese fosse stato in larga parte disatteso... ed "in primis dalla Francia che nel 2017 avrebbe dovuto farsi carico di oltre 9mila stranieri presenti in Italia e invece ne ha fatti entrare solo 640, di fatto sbarrando le frontiere, come s'è visto a Ventimiglia e lungo i confini delle Alpi occidentali".

Però, curiosamente, quello che ha pronunciato queste parole era lo stesso Salvini che, nei giorni scorsi, ha più volte fatto riferimento all'Ungheria di Orban come esempio da seguire. Eppure, anche i Paesi del gruppo di Visegrád (Cecoslovacchia, Ungheria e Polonia), a cui la destra italiana guarda con commozione, hanno disatteso, ed in proporzione facendo anche peggio della Francia, l'impegno ad accogliere i migranti salvati in mare e fatti sbarcare in Italia.

Ma per Salvini, che già dopo soli sette giorni ha assunto il ruolo di burattinaio del governo del cambiamento, è arrivato il momento per l'Europa di farsi avanti... o di tacere per sempre: "Ovvero, o le cose cambiano o l'Italia si sentirà legittimata a trattare la questione immigrazione in modo autonomo e nell'interesse, in primis, dei cittadini italiani."

Sempre in linea con lo stato di propaganda elettorale permanente con cui il burattinaio leghista ha deciso di governare... in assenza dei 5 Stelle che, comunque, nel caso vengano interrogati sul tema si diranno d'accordo ed in perfetta linea con quanto sempre da loro sostenuto... anche prima di nascere!

Adesso l'Italia pretende le scuse della Francia per le dichiarazioni di Emmanuel Macron che denunciavano "il cinismo e l'irresponsabilità del governo italiano" per il rifiuto di concedere un attracco all'Acquarius.

E a quanto pare, visto quanto accaduto finora, non sono state ritenute sufficienti le parole di questo mercoledì con cui Macron ha invitato a mettere da parte "la politica del peggio che mette tutti sotto l'influenza delle emozioni", assicurando di voler continuare a lavorare "mano nella mano con l'Italia".

Ma per Salvini, inutile ormai citare Conte e Di Maio, queste non erano parole di scusa... quindi avanti con la guerra (diplomatica) alla Francia... tanto l'Italia ha come alleati Trump, Putin ed Orban. Non rischieremo certo di rimanere isolati... purtroppo!