Al Senato si vota la fiducia alla manovrina... e alla legge per reintrodurre i voucher
Viene definita conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 24 aprile 2017, n. 50, recante disposizioni urgenti in materia finanziaria, iniziative a favore degli enti territoriali, ulteriori interventi per le zone colpite da eventi sismici e misure per lo sviluppo, quella che in parole povere è la manovrina di primavera imposta al Governo da Bruxelles per risistemare i conti di bilancio.
E quella che doveva essere una semplice manovra correttiva è finita per essere una manovra bis, di cui il Governo ha approfittato per includere tutto ciò che era rimasto fuori dalla precedente finanziaria. E tra le numerose "aggiustatine", più o meno nascoste in emendamenti che in pochi conoscono e in molti finiranno per votare, vi è anche quella relativa alla reitroduzione dei voucher che il governo aveva abolito solo per evitare di far svolgere il referendum.
Giovedì 15 giugno, alle 9:30, in Senato ci saranno le dichiarazioni di voto sul testo già approvato alla Camera. Successivamente ci sarà la votazione nominale con appello a partire dalle ore 11. Votazione nominale perché mercoledì pomeriggio la ministra Finocchiaro - per la conversione in legge del ddl - ha posto a nome del Governo la questione di fiducia.
I fuorisciti dal Partito Democratico, che hanno fondato il movimento Articolo 1- MDP, che hanno detto di voler supportare Gentiloni e il suo Governo, dopo aver saputo della "truffa" dei voucher si sono rifiutati di appoggiare questa manovra. Alla Camera sono usciti dall'Aula. Il loro voto al Senato, dove i numeri per la maggioranza sono "meno saldi" rispetto alla Camera, è quasi determinante, senza considerare possibili eventuali mal di pancia e dietro front all'interno delle componenti non renziane dello stesso PD.
E che cosa faranno domani al Senato? Logica vorrebbe che votassero contro oppure rimanessero in Aula senza votare, che equivarrebbe - in base al regolamento dell'Aula - ad un voto contrario. Invece, quasi sicuramente, che cosa faranno? Usciranno dall'Aula, in modo tale che il quorum per la maggiornaza si abbasserà ed il Governo non rischierà di andare sotto nel voto di fiducia.
Un artificio che però ha tutto il sapore, se non l'evidenza, di una porcata... l'ennesima da parte di chi si scandalizza a parole per qualcosa di sbagliato, ma non fa nulla di concreto per opporvisi. I nipotini di Pilato, ovviamente, si rifugeranno dietro il paravento della responsabilità, dicendo che - a causa della fiducia sul provvedimento - non potevano rischiare di far cadere il Governo, perché le conseguenze per il paese sarebbero state peggiori.
Non c'è che dire, certa gente ha sempre la risposta pronta per ogni possibile domanda, in modo da potersi salvare faccia e coscienza. Ma è possibile, poi, che le stesse persone vadano in piazza, sabato prossimo, a protestare con la Cgil per la reintroduzione dei voucher dopo non aver fatto tutto quanto era nelle loro possibilità per non reintrodurli?
Sì, è possibile, anzi, è quasi certo. E saranno lì ad applaudire anche quando Susanna Camusso parlerà della doppia truffa messa in atto dal Governo ai danni dei lavoratori e ai danni della democrazia. Truffa che anche i senatori di Articolo 1 - MDP, con la loro scelta di uscire dall'Aula, avrano contribuito ad avallare. Un bell'applauso per il coraggio nel dimostrare tanta faccia tosta!
Questo articolo esprime dei giudizi su fatti che non sono ancora accaduti, pertanto è possibile che i senatori di Articolo 1 si comporteranno in maniera del tutto diversa e, responsabilmente, esprimeranno la loro contrarietà alla manovra. Se così accadrà, felicissimo di essermi sbagliato. Ma, se così accadrà, sarebbe un po' come veder nevicare a ferragosto e a me, sinceramente, diveder nevicare a ferragosto non è mai accaduto, neppure quando mi sono trovato a 2000 metri di quota.