Politica

Il "petroliere" Salvini vince le regionali in Basilicata

«Grazie! ‪La Lega in un anno triplica i voti, vittoria anche in Basilicata!‬ ‪7 a 0, saluti alla sinistra e ora si cambia l'Europa.‬» Questo il commento di Matteo Salvini seguito alla vittoria alle regionali in Basilicata.

Quindi, il centrodestra ha vinto di fatto le regionali grazie al risultato ottenuto dalla Lega con il suo segretario, che ha trascorso in Basilicata gran parte del suo tempo nelle ultime settimane.

Chi è stato sconfitto? Non il centrosinistra, almeno a detta del Pd, anche se perde la guida della regione dove governava dal 1995. Questa la dichiarazione del candidato governatore Carlo Trerotola: «Ho fatto al generale Bardi [candidato del centrodestra] le congratulazioni e gli auguri di buon lavoro: faremo sicuramente un'opposizione dura, di controllo, di verifiche, ma un'opposizione costruttiva».

In base alla lettura che del voto ne fa il Pd, il risultato non soddisfa, ma non è neppure da considerarsi così negativo: "Le quattro liste civiche di ispirazione democratica a sostegno di Carlo Trerotola, all'interno delle quali si sono candidati esponenti del Pd e civici, ottengono complessivamente oltre 63.000 voti validi per una percentuale complessiva del 23,1% per un totale di 650 sezioni scrutinate su 681, battendo in maniera inequivocabile il M5S fermo al 20,40% e la Lega al 19,19%. Per questo complessivamente il centrosinistra, relativamente alle politiche del 2018, fa un balzo in avanti di 7 punti percentuali".

Quindi anche il Pd riesce a trovare dei dati positivi da questa elezione.

E i 5 Stelle? Anche loro hanno vinto... almeno a leggere la ricostruzione che Di Maio dà del risultato del voto.

«Il Movimento 5 Stelle è la prima forza politica in Basilicata. Gran parte della stampa parla di "voti dimezzati in un anno" e di "crollo", ma la verità è che abbiamo battuto tutte le liste, anche quelle con gli impresentabili dentro, anche quelle con i portavoti di Pittella. A Matera siamo oltre il 30%!»

Lo scorso anno, alle politiche del 2018, i 5 Stelle avevano ottenuto il 44,35% dei consensi, la Lega il 6,28% ed il Pd il 16,14%.

«È un risultato che conserviamo con grande senso di responsabilità verso il Paese, senza esultanze da stadio - ha proseguito Di Maio. - Noi abbiamo un simbolo, una lista. E andiamo avanti così!

Considerando il vero tracollo di Pd (che perde ben 16 punti rispetto al 2013) e Forza Italia, se andassimo al voto alle elezioni politiche domani potremmo anche rivincere in quella regione, visto che non esisterebbero le miriadi di liste civetta che hanno assorbito centinaia di voti soprattutto nei Comuni di provincia.

I giornali sono dunque liberi di scrivere ciò che credono; quel che conta è che il MoVimento, oggi, è più forte di prima in Basilicata: passa dall'8% delle regionali 2013 a oltre il 20% di oggi. E questa non è la nostra storia, è la realtà!

Grazie ad Antonio Mattia M5S per la bellissima campagna che ha portato avanti. Auguri ai nuovi consiglieri regionali.
Al lavoro sempre per l'Italia!»

Brevi considerazioni.

Rispetto alle altre regioni, in Basilicata non è previsto il voto disgiunto. Quindi, gli elettori hanno votato non tanto per il candidato, quanto per i partiti. Per questo, il candidato del centrodestra - espressione di Forza Italia - pur ottenendo un numero esiguo di preferenze, poco più del 3%, sarà il nuovo presidente della Regione Basilicata.

Risultato ottenuto grazie al fatto che Salvini ha battuto la regione palmo a palmo, organizzando comizi anche nei comuni più piccoli.

Adesso Salvini è "di moda", come lo sono stati in passato Berlusconi e Renzi. Così si spiega il successo del centrodestra in Basilicata, come probabilmente in Abruzzo e Sardegna. E lo stesso Salvini lo conferma, visto che al centro della sua propaganda non ha posto certo i temi locali della Regione.

Così, la Basilicata anti-trivelle - non a caso visto che nonostante le promesse i lucani dal proprio petrolio hanno guadagnato solo inquinamento e disoccupazione - domenica ha votato per il Salvini petroliere, che si è presentato in campagna elettorale "mascherato" con giaccone ed elmetto targati Eni.

Un piccolo particolare per ricordare quanta consapevolezza regoli le dinamiche elettorali, specialmente negli ultimi tempi, in Italia.

Autore Roberto Castrogiovanni
Categoria Politica
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