Il presidente Biden ha parlato con il primo ministro israeliano Bibi Netanyahu per discutere dell'orribile attacco terroristico di stasera a Gerusalemme, che ha causato almeno sette vittime israeliane innocenti. Il presidente ha chiarito che si trattava di un attacco contro il mondo civilizzato. Ha offerto tutti i mezzi appropriati di sostegno al governo e al popolo di Israele nei giorni a venire. Il presidente ha sottolineato l'impegno ferreo degli Stati Uniti per la sicurezza di Israele e ha convenuto che la sua squadra sarebbe rimasta in costante contatto con le loro controparti israeliane. 

Questa è la dichiarazione rilasciata ieri dalla sala stampa della Casa Bianca, a seguito dell'attentato nei pressi di una sinagoga a Neve Yaakov, che ha causato la morte di 7 persone ed il ferimento di altre 10. Il "terrorista" è un giovane palestinese di poco più di 20 anni che risiedeva nella zona, che non era associato ad alcuna fazione politica o militare. Il riferirsi a lui al passato è dovuto al fatto che, ovviamente, è stato inseguito e raggiunto dagli agenti di polizia che lo hanno ucciso, naturalmente in risposta al fuoco di cui sono stati fatti oggetto... in base alla ricostruzione ufficiale da loro fornita.

La dichiarazione di Biden, a ben guadare ha un che di surreale.

Infatti, "l'attacco terroristico" non è avvenuto a Gerusalemme ma a Neve Yaakov, a pochi chilometri da Gerusalemme est in Cisgiordania, in territorio palestinese. Neve Yaakov è l'ennesimo insediamento creato dai coloni ebrei su una terra che non appartiene a loro.

Ricordato questo particolare, si spiega anche il perché quanto dichiarato da Biden abbia del surreale.

Primo, perché è il presidente di una nazione dove se entri abusivamente nel giardino di casa di un vicino, costui ha tutto il diritto di spararti e di mandarti al creatore, anche se le tue intenzioni erano tutt'altro che malevole o minacciose. Secondo, perché Biden invia miliardi di dollari in armamenti all'Ucraina perché questa possa difendere la sua integrità territoriale, minacciata dalla Russia.

Pertanto, la domanda conseguente è: perché Israele, invece, ha o dovrebbe avere il diritto di rubare ciò che non è suo distruggendo e uccidendo chi cerca di impedirglielo o di vendicarsi per il torto subito? Perché gli ucraini sono considerati eroi perché rivendicano e difendono ciò che è loro, mentre i palestinesi se cercano di farlo, pur non avendo a disposizione alcun mezzo, vengono definiti terroristi?

Oltretutto, gli estremisti del sionismo, giudaico e laico, definiscono i palestinesi sterminatori di ebrei... solo perché hanno la pretesa che Israele si ritiri dal territorio che invade abusivamente da decenni e restituisca o risarcisca ciò che da decenni ha rubato e continua a rubare loro. Gli estremisti tra gli estremisti del sionismo arrivano anche a sostenere che i palestinesi non hanno una terra perché quella dove risiedono appartiene alla Giordania, dimenticandosi però di spiegare il perché, allora, dovrebbero avere il diritto di rubare la terra di quella nazione!

Israele pretende il diritto alla propria sicurezza continuando a rivendicare, distruggere e rubare ciò che non è suo. E se dei disperati o delle organizzazioni paramilitari (ovviamente definite terroristiche) cercano di impedirglielo, allora è un atto di crudeltà e di inciviltà... così interpretato anche dai democraticissimi Stati occidentali che pretendono di essere rappresentanti e difensori dei diritti umani. Curioso però che giustamente piangano la morte di sette israeliani, mentre invece ritengono normale l'uccisione di 30 palestinesi da parte di coloni e Idf  nelle prime quattro settimane del 2023. Infatti di queste morti non hanno nulla da dire, nessuna dichiarazione ufficiale, nessuna minaccia, niente di niente... eppure queste riguardano anche minori e civili, assassinati solo perché erano palestinesi.

Ma da parte di Israele non sarebbe più semplice pretendere il diritto alla propria sicurezza difendendo solo ciò che è suo e non anche ciò che ha rubato e sta continuando a rubare?

Gli ebrei israeliani e non fanno finta di non capirlo e si scandalizzano se qualcuno, in termini di violenza, restituisce loro ciò che hanno fatto o stanno facendo, in un circolo senza fine.

Nelle ultime ore, presso le mura della città vecchia di Gerusalemme un "terrorista" palestinese di 13 anni ha ferito due israeliani, padre e figlio. Il "terrorista" è stato a suo volta ferito gravemente da due civili israeliani armati.

Come nel caso della guerra in Ucraina, chi sia il responsabile di quello che accade in Medio Oriente è sotto gli occhi di tutti. Sarebbe sufficiente che la comunità internazionale sanzionasse lo Stato ebraico di Israele e gli imponesse, intanto, di smantellare gli insediamenti e di ritirare il proprio esercito dai Territori occupati, lasciando in sospeso la questione Gerusalemme da risolvere in un altro momento. 

Ma la democraticissima comunità internazionale fa finta di niente e rimane in silenzio per poi scandalizzarsi se un ebreo muore, e raccomandare ad Israele prudenza se invece il suo esercito ammazza decine di palestinesi.

E, oltretutto, chiunque riporti quella che è la realtà dei fatti magicamente diviene un nemico degli ebrei, un nazifascista, un negazionista... e chi più ne ha più ne metta. 

E intanto la violenza continua... da decenni.