"Le 49 persone trasferite, principalmente dal Bangladesh, insieme a sei egiziani, una persona dalla Costa d’Avorio e una dal Gambia, sono state portate nell’hotspot di Shëngjin per identificazione e valutazione delle vulnerabilità.Il TAI ha fatto accesso alla struttura insieme all’onorevole Rachele Scarpa e ha interloquito con le autorità italiane che la gestiscono. Le autorità riferiscono che ci sarebbero “uno o due minorenni” e “alcuni vulnerabili” ancora in fase di accertamento, che dovranno essere prontamente trasferiti in Italia. Le altre persone saranno condotte nella struttura di Gjader.Il TAI evidenzia gravi violazioni in relazione all’accertamento della minore età e delle vulnerabilità, che deve avvenire prima del trasporto in Albania, trattandosi di categorie di persone per le quali è lo stesso Protocollo ad escludere che coloro che versano in dette condizioni vi possano essere portati.L’assenza di OIM sulle navi ha impedito che gli accertamenti che dovevano escludere il trasporto in Albania venissero effettuati e dunque quelli svolti oggi rendono ancora più illegittimo il comportamento delle pubbliche autorità, determinando un’ulteriore illegittima privazione della libertà personale e una negazione del diritto all’accoglienza".
Questo è quanto rendeva noto ieri la delegazione del Tavolo Asilo e Immigrazione (TAI) presente in Albania per monitorare la procedura e le condizioni dei richiedenti asilo nei centri di di Shëngjin e Gjader.
Anche a seguito del loro intervento, 5 dei 49 migranti sbarcati dalla nave Cassiopea sono stati ripresi a bordo per rientrare in Italia, sbarcheranno a Brindisi. Si tratta di 4 minori e un vulnerabile. Di questi, 2 provengono dal Gambia, 1 dal Bangladesh e 2 dalla Costa d’Avorio.
Gli altri 44, trasferiti a Gjader, 8 sono provenienti dall’Egitto e 36 dal Bangladesh. Per loro da oggi partono le 48 ore a disposizione della Corte d’Appello di Roma per confermare o meno il trattenimento.