Venerdì mattina, 10 agosto, la nave Aquarius - gestita da SOS Mediterranee e Medici Senza Frontiere è una delle uniche due navi di ricerca e soccorso umanitarie rimaste nel Mediterraneo Centrale - ha salvato 25 persone trovate alla deriva su una piccola barca di legno, senza motore a bordo. Pare siano rimaste in mare per quasi 35 ore.

Nel corso della stessa giornata, l'Aquarius ha avvistato una seconda barca di legno con 116 persone a bordo, compresi 67 minori non accompagnati. Più del 70% delle persone salvate proviene dalla Somalia e dall’Eritrea. Le condizioni di salute delle persone soccorse sono stabili al momento, ma molti sono estremamente deboli e denutriti. Molti riferiscono di essere stati detenuti in condizioni disumane in Libia.

Entrambe le operazioni di salvataggio sono state effettuate informando tutte le autorità competenti tra cui i Centri Nazionali di Coordinamento del Soccorso Marittimo (MRCC) di Italia, Malta e Tunisia oltre al Centro di Coordinamento Congiunto di Soccorso (JRCC) libico, il quale ha confermato di essere l’autorità che coordina i salvataggi.

Non solo, i libici hanno informato l'Aquarius di richiedere un luogo sicuro per lo sbarco ad un altro Centro di Coordinamento, perché loro non lo avrebbero fornito. Per tale motivo, l'Aquarius si è diretta verso nord in attesa che gli venga comunicato il luogo di sbarco più vicino

 


In un comunicato congiunto, SOS Mediterranee e Medici Senza Frontiere si dicono "estremamente preoccupate per le politiche europee che ostacolano l’assistenza umanitaria e che hanno avuto come esito un numero vertiginoso di morti in mare negli ultimi mesi. La criminalizzazione e il blocco nei confronti delle organizzazioni umanitarie riflettono il problema più grande di un sistema di asilo europeo a pezzi e il fallimento degli stati membri dell’UE nel ricollocare i richiedenti asilo che arrivano in Europa."

Al momento, l'ultima posizione segnalata dalla nave Aquarius è a sud delle coste della Sicilia, a metà strada tra Linosa e Malta.

Nessuna dichiarazione finora dalle autorità italiane. In compenso, è arrivata quella social da parte del ministro dell'Interno Matteo Salvini che ha detto, nella maniera in cui gli consente il suo modo di esprimersi, che l'Italia non offrirà alcun porto all'Aquarius.


Si prospetta, quindi, l'ennesima crisi umanitaria che vede in "ostaggio" dei migranti. In questo caso, però, l'Aquarius ha seguito le indicazioni del Centro di Cooridinamento del Soccorso Marittimo libico.