Politica

Il caso di Christian Raimo ci dimostra che il governo Meloni è formato non da conservatori, ma da (post) fascisti


Nicola Fratoianni (AVS): "Christian Raimo è stato raggiunto dall’istruttoria di un nuovo provvedimento disciplinare, per aver criticato Valditara sulle scelte politiche. Critiche espresse non in classe, ma in un dibattito durante la festa di Alleanza Verdi Sinistra.È evidente che vogliono trasformare il ministero in un improvvisato tribunale ed è altrettanto evidente che questa vicenda è utile a rappresentare il nuovo corso della scuola al tempo di Meloni e Valditara. Il cui impianto si può tradurre in sorvegliare e punire.L’impianto che propongono è pericoloso e non riguarda una sola persona. Gli intellettuali italiani hanno ben chiara la posta in gioco e si stanno esponendo con un appello.Non è bastato alla destra provare a mettere Raimo alla gogna in Parlamento. Ora provano a cacciarlo da scuola. Però non ci riusciranno".

Elisabetta Piccolotti (AVS): "Quel che sta accadendo a Christian Raimo è gravissimo e fino a due anni fa sarebbe sembrato incredibile. L’idea che un lavoratore della scuola possa essere sanzionato, fino al licenziamento, per aver criticato il Ministro dell’Istruzione, fuori dalle aule, è totalmente antidemocratica e apre la porta ad uno scenario inquietante, quello in cui a tutti i dipendenti pubblici può essere impedita la libera espressione delle proprie opinioni politiche, anche fuori dal luogo di lavoro.Sarà ancora possibile ad esempio per un medico partecipare ad una manifestazione sindacale e criticare al microfono il Ministro della Salute? E un dipendente comunale potrà ancora criticare il proprio Sindaco?L’apertura di questo provvedimento disciplinare ha fini chiaramente intimidatori, porterò il caso in parlamento già domani. Siamo oltre il livello di guardia".
Christian Raimo (Scrittore, docente): "Sono stato raggiunto da un altro provvedimento disciplinare da parte dell'ufficio scolastico regionale, dal ministero dell'istruzione e del merito insomma, il secondo dopo un primo a cui sto facendo ricorso perché finito con una sanzione della censura. Dovrò presentarmi a un'altra udienza nelle prossime settimane.È un provvedimento per le critiche che ho fatto alle idee, alle parole, alle scelte politiche, alle decisioni politiche, alle norme introdotte del ministro Valditara. In questo modo avrei violato alcuni articoli del nuovo codice di comportamento dei docenti, perché avrei leso l'immagine del ministero.Sono sconcertato, preoccupato, allibito.Mi sembra un ovvio principio di qualunque democrazia distinguere ministero e persona. Mi sembra un altro ovvio principio di qualunque democrazia che poter criticare il potere sia un diritto fondamentale. Non ho molto altro da dire.Per fortuna c'è un appello che hanno scritto altrə per me, visto che questo non è un caso personale, ma mette a rischio alcuni diritti fondamentali di tuttə. Lo riporto, si può firmare ovviamente, a questo indirizzo, con nome e cognome: liberidicriticare@gmail.comOltre la gratitudine per la solidarietà, grande gratitudine a chi fa questa battaglia di democrazia".

Questo il testo dell'appello:In Italia un insegnante rischia il licenziamento per aver criticato il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara. È una notizia grave e allarmante, che dice molto sulla democrazia sostanziale che viviamo oggi in Italia e sulla torsione autoritaria in atto. Il docente in questione si chiama Christian Raimo, insegna storia e filosofia in un liceo, si occupa di storia della scuola e di pratica pedagogica. È anche scrittore e giornalista, insomma è un intellettuale il cui lavoro e la cui passione è fare l’insegnante e rendere la scuola più democratica.In questa doppia veste, quella dell’intellettuale e quella del professore, ha criticato l’idea di scuola che propugna il ministro del governo Meloni. Non è il solo, considerato che le nuove linee per l’educazione civica proposte dal ministro sono state bocciate del Consiglio superiore della Pubblica istruzione, che ha sottolineato l’approccio squisitamente personalistico e produttivistico, in cui sparisce tra l’altro il valore della collettività e della responsabilità sociale indicata dalla stessa Costituzione come fondamentale.Raimo si è visto raggiunto dall’istruttoria di un procedimento disciplinare che rischia di provocarne la sospensione dall’insegnamento senza stipendio, fino ad arrivare al licenziamento.La situazione ha dell’incredibile, visto e considerato che il docente ha semplicemente paragonato, con una citazione pop immediatamente comprensibile, le politiche del ministro Valditara alla “Morte Nera” che nel film-cult Star Wars l’alleanza ribelle colpisce mentre se ne sta ultimando la costruzione. Un modo popolare per dire che il punto debole del governo è proprio l’idea di scuola della destra.Adesso quelle dichiarazioni vengono utilizzate per tentare di silenziare Raimo, minacciando di estrometterlo dalla scuola, adducendo come ragione il fatto che avrebbe leso l’immagine dell’istituzione scolastica in pubblico, per di più facendolo sui social. Come arma di censura si usa un codice comportamentale per i docenti adottato con D.M. n. 105 del 26.04.2022, che all’articolo 13 dispone che il dipendente si astenga “dal pubblicare, tramite l’utilizzo dei social network, contenuti che possano nuocere all’immagine dell’Amministrazione”.Cosa hanno a che fare questo articolo e questo intervento del ministero con l’articolo 21 della Costituzione, che recita: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”? Cosa hanno a che fare con l’articolo 11 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea che dice: “Ogni persona ha diritto alla libertà di espressione. Tale diritto include la libertà di opinione e la libertà di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza che vi possa essere ingerenza da parte delle autorità pubbliche e senza limiti di frontiera”?Crediamo che la voce e la passione di Christian Raimo siano un valore importante per il dibattito sulla scuola pubblica, che è e deve restare luogo di confronto di idee e crescita democratica, e che per questo Raimo vada difeso da questo attacco. Crediamo soprattutto che, lungi dall’essere un caso personale, questo genere di norme e di provvedimenti - di cui il disegno di legge “Sicurezza” in via di approvazione è esempio tristemente calzante - assomiglino a quelle di governi che chiamiamo democrature. Cioè democrazie solo formali, sospese, regimi, e non democrazia liberali che abbiano a cuore la libertà di espressione e di critica come principio fondante.

Alcuni dei primi firmatari:
Marco Balzano, Marco Jacopo Bianchi (Cosmo), Daria Bignardi, Giulia Blasi, Vasco Brondi, Giulia Caminito, Ascanio Celestini, Teresa Ciabatti, Francesca Coin, Giancarlo De Cataldo, Mario Desiati, Antonio Dimartino, Paolo Di Paolo, Claudia Durastanti, Matteo Garrone, Carlo Ginzburg, Vera Gheno, Fabrizio Gifuni, Paolo Giordano, Carlo Greppi, Nicola Lagioia, Vincenzo Latronico, Gad Lerner, Loredana Lipperini, Franco Lorenzoni, Luigi Manconi, Marco Missiroli, Tomaso Montanari, Claudio Morici, Valerio Nicolosi, Giorgio Parisi, Valeria Parrella, Alessandro Robecchi, Vanessa Roghi, Roberto Saviano, Tiziano Scarpa, Giovanni Scifoni, Giorgia Serughetti, Marino Sinibaldi, Adriano Sofri, Valeria Solarino, Lorenzo Urciollo (Colapesce), Chiara Valerio, Sandro Veronesi, Zerocalcare.

Autore Marzio Bimbi
Categoria Politica
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