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Il problema vaccino sì, vaccino no riguarda anche le squadre di calcio

Il problema vaccino sì, vaccino no, specialmente dopo il recente provvedimento con le nuove norme anti-Covid licenziato dal Governo prima di Natale, si pone anche per la Serie A.

Dal prossimo 10 gennaio, infatti, sarà necessario avere il Green Pass rafforzato (quindi aver fatto il vaccino o essere guariti dal Covid da meno di quattro mesi) per poter partecipare agli allenamenti, senza dimenticare i termini della quarantena ridotti (sempre per i vaccinati e i guariti da meno di quattro mesi), che potrebbero influire sulle decisioni delle singole Asl di determinare all'interno di una squadra un possibile focolaio... che avrebbe come conseguenza il rinvio o l'annullamento di una partita. 

Per i prossimi appuntamenti di campionato e coppe si prospetta, pertanto, una situazione complicata e confusa, specie con l'alta contagiosità della variante Omicron, che sta portando il numero di positivi a livelli record, anche in Italia.

Per questo i vari club, anche con il supporto di Assocalciatori, stanno spingendo perché tutti i calciatori - in Serie A sarebbero una trentina di cui alcuni anche titolari fissi - si vaccinino contro il Covid.

L'obbligatorietà, in tal senso, potrebbe venire solo dal Governo, neppure Lega e Figc hanno l'autorità per imporre ai calciatori tale obbligo... anche se alcuni club sembra stiano provvedendo in autonomia, come farebbe intuire un post sul proprio account social del "bolognese" Sansone: «I diritti umani non contano, non esiste più la libertà di scelta». Il Bologna negli ultimi giorni ha vaccinato tre giocatori che erano no vax, pur non comunicandone il nome.

Autore Mauro Sartini
Categoria Sport
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