Bardonecchia, il comune più occidentale d'Italia nell'alta valle di Susa in Piemonte, è stato colpito da una grave calamità naturale nella serata del 13 agosto. Una frana staccatasi in quota durante un fortissimo temporale ha causato l’improvvisa piena del torrente Frejus che attraversa l’abitato e una massa di fango, rocce e detriti ha fatto aumentare di colpo la portata del corso d’acqua, creando un'onda di fango che ha invaso strade, case, negozi, provocando danni ingenti e mettendo in pericolo la vita delle persone.
Inizialmente, cinque persone risultavano disperse a causa dell’esondazione, ma sono poi state fortunatamente rintracciate nella mattinata del 14 agosto. Altre persone sono rimaste ferite o intossicate dal gas che si è sprigionato da alcune tubature che si sono rotte a causa della colata di fango. Circa 120 persone sono state evacuate dalle loro abitazioni e alloggiate in strutture provvisorie messe a disposizione dal Comune e dalla Protezione Civile.
Gli interventi di primo soccorso sono ancora in corso e coinvolgono vigili del fuoco, carabinieri, polizia, esercito e volontari. Il sindaco di Bardonecchia, Francesco Avato, ha dichiarato lo stato di emergenza e ha chiesto l’intervento del governo per affrontare la situazione. Il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, ha espresso la sua vicinanza alla popolazione colpita e ha assicurato il massimo sostegno possibile.
La frana che ha scatenato il disastro sarebbe stata causata dallo scioglimento di un ghiacciaio a monte del torrente Frejus, dovuto al riscaldamento globale. Si tratta di un fenomeno che potrebbe ripetersi in futuro e che richiede una maggiore attenzione alla prevenzione e alla sicurezza del territorio montano.
"Ho sentito poco fa al telefono la sindaca di Bardonecchia Chiara Rossetti per gli ultimi aggiornamenti: mi ha confermato che non ci sono vittime e anche le cinque persone date inizialmente per disperse sono stati rintracciate. Questa è sicuramente una buona notizia. Tuttavia i danni sono rilevantissimi e ho già sentito il vice premier Antonio Tajani che ha fin da ora dato la disponibilità del governo a fare la propria parte per aiutarci ad affrontare questa situazione. Alcune squadre della protezione civile regionale sono partite per Bardonecchia per aiutare a rimuovere i detriti e i tecnici di Arpa stanno effettuando sopralluoghi sul rio Frejus per verificare la situazione idrogeologica".
Questo l'ultimo resoconto sulle conseguenze di quanto accaduto pubblicato dal presidente della regione Piemonte, Alberto Cirio.
Questo, invece, un primo rapporto dei Vigili del Fuoco:
Colata di fango a #Bardonecchia (TO): prosegue il lavoro di 50 #vigilidelfuoco per attività di ricerca eventuali dispersi e per la rimozione di detriti dalle strade. Istituito un posto di comando avanzato per la gestione del soccorso [#14agosto 9:45] pic.twitter.com/8pcYE7dboU
— Vigili del Fuoco (@vigilidelfuoco) August 14, 2023
Nessun commento, invece, da rappresentanti del Governo. Perché rilevarlo? Perché, ad esempio, il "fratello d'Italia" Galeazzo Bignami, viceministro a Infrastrutture e trasporti, da settimane incolpa il Partito Democratico come responsabile dell'alluvione in Emilia-Romagna, affermando che "l'ideologismo ambientalista della sinistra è alla base di quanto avvenuto in Romagna. Invece di strillare la sinistra chieda scusa per i danni causati. Il Governo Meloni ancora una volta sta rimediando alla loro incapacità".
Adesso che alla regione Piemonte c'è un rappresentante di un partito della maggioranza di governo - Alberto Cirio dalla Lega è passato anni fa a Forza Italia - Galeazzo Bignami e la premier Meloni (anche lei aveva condiviso le teorie del suo viceministro) non hanno ritenuto attribuire responsabilità politiche a quanto accaduto.