Eugenio Scalfari è un altro paladino del Pensiero Unico. Forse uno dei maggiori esponenti di questa ideologia.
Ideologia che utilizza la democrazia rappresentativa come strumento per perseguire determinati obbiettivi politici, economici e sociali.
L'ultimo suo editoriale " Zagrebelsky è un amico ma il match con Renzi l'ha perduto" è un pamphlet a difesa delle virtù dell'oligarchia.
L'articolo si propone di spiegare a noi, e in primis al prof. Zagrebelsky, che cosa significhi oligarchia: "Il primo errore riguarda proprio la contrapposizione tra oligarchia e democrazia: l'oligarchia è la sola forma di democrazia, altre non ce ne sono salvo la cosiddetta democrazia diretta, quella che si esprime attraverso il referendum. Pessimo sistema è la democrazia diretta. La voleva un tempo Marco Pannella, oggi la vorrebbero i 5 Stelle di Beppe Grillo. Non penso affatto che la voglia Zagrebelsky il quale però detesta l'oligarchia. Forse non sa bene che cosa significa e come si è manifestata nel passato prossimo e anche in quello remoto"
Senza andare lontano, per noi poveri ignoranti , leggiamo su WikipediA: "'oligarchia (dal greco oligoi (ὀλίγοι) = pochi e archè (ἀρχή) = potere, comando) è il sistema di governo imposto da un gruppo ristretto di persone ed è anche detto governo di pochi, i quali componenti politici hanno più un interesse proprio che quello generale dello Stato."
Ma non voglio dilungarmi e tediarvi sulla definizione di oligarchia. Certi personaggi del mondo dell'informazione, al tempo di Mussolini sarebbero stati degli ottimi camerati e probabilmente avrebbero partecipato alle spedizioni punitive con olio di ricino e manganello.
Del resto il nostro il fondatore del quotidiano "La Repubblica" non fa mistero dei suoi trascorsi con la camicia nera: "Non me ne sono mai vergognato di quella giovinezza nei Gruppi Universitari Fascisti, anzi: tutto quel mio essere stato orgogliosamente fascista ha poi reso solido il mio antifascismo". Della serie come riciclarsi creandosi un alibi.
Di questi paladini della democrazia, purtroppo ne annoveriamo tanti, a cominciare dall'ex presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Che approvò l'invasione sovietica dell'Ungheria e condannò come controrivoluzionari gli insorti nella rivolata del 1956. E così si comportò anche per i fatti che accaddero in Cecoslovacchia nel 1968.
Per non dimenticare, tra le altre cose nella vita politica del nostro senatore, il golpe da lui perpetuato nei confronti del governo Berlusconi, nel 2011, in ossequio alle disposizioni che gli erano state affidate da Frau Merkel.
E' di queste ore, essendo il padre adottivo di Renzi (dal punto di vista politico, si intende) che l'ex comunista, ha bacchettato il figliastro, in riferimento ai primi mesi della campagna referendaria: "Sì, sono stati commessi degli errori" ma ora "gli errori sono stati corretti. Renzi ha capito".
E prontamente il premier, mettendosi sull'attenti, ha replicato: "Oggi Napolitano mi ha anche un po' criticato, ma è bello, giusto e utile ricevere critiche da chi ha saggezza e esperienza."
Come tenere sotto controllo un paese. Un gruppo di potere, che ricopre i ruoli principali nella vita politica ed economica di un paese.
Un ex (da poco tempo) presidente della Repubblica (ora senatore).
Un presidente del Consiglio, arrivato a questa posizione per essere stato eletto come segretario di un partito.
Un giornalista, fondatore del secondo quotidiano italiano, appartenente al Gruppo Editoriale L'Espresso, un gruppo che oltre a detenere quotidiani per l'informazione nazionale e locale, possiede quella digitale, radio TV e pubblicità.
Insieme esercitano una potenza di fuoco dalla quale è difficile potersi difendere. Senza contare che la quasi totalità del mondo dell'informazione è sotto controllo del Potere.
E non dimentichiamo che questi personaggi rappresentano la punta di diamante, a loro volta, degli interessi dell'elite tecnocratica europea, la Troika. E non meno importanza va data all'influenza, e anche di più, che gli Stati Uniti esercitano sulla politica italiana.
Finché i cittadini non saranno capaci di sparigliare il gioco che il Potere sta conducendo, la "democrazia rappresentativa" continuerà a raffigurare la classica foglia di fico.
E nel frattempo ai cittadini resterà una sola possibilità: quella di simulare un'esistenza in uno stato democratico, votando per un candidato imposto dall'alto, credendo di contare, illudendosi di avere delle speranze e un futuro.