Porre le basi per elaborare un piano condiviso di risposta alle emergenze in volo, discutendo anche su eventuali scenari complessi in modo da fronteggiarli con una costante sinergia procedurale ed operativa: sono stati questi gli obiettivi dell'attività congiunta portata a termine nei giorni scorsi dai militari italiani e da quelli USA. 

L'operazione congiunta ha visto infatti entrare in azione i militari dell'Esercito Italiano dell'Airmobile Task Group"Griffon" ed i colleghi della Task Force USA "Gunfighter", i 2 Reparti elicotteri di stanza a Erbil, nel Kurdistan iracheno, unità inserita all'interno della Coalizione multinazionale operativa nella missione in Iraq "Inherent Resolve".

In ambito internazionale, la condivisione delle procedure di volo è condizione necessaria per lo svolgimento in sicurezza delle missioni, proprio per questo l'addestramento congiunto e l'elaborazione di piani di contingenza comuni tra i vari Reparti di Volo dell'Aviation Brigade, rappresentano le fondamenta per l'integrazione  di assetti ad ala rotante di diversa tipologia, capacità e tecnologia.

 L'Airmobile Task Group "Griffon" è un Reparto specializzato formato dagli equipaggi e dal personale dell'Aviazione dell'Esercito, ed opera in Iraq dal marzo del 2016 quando fu schierato nell'aeroporto di Erbil, con elicotteri UH90, AH129 come unico assetto non americano inserito nella complessa architettura di recupero del personale dell'operazione "Inherent Resolve".

Dal gennaio del 2018 garantisce l'elitrasporto del Combined Joint Task Force, inquadrato in una brigata aerea internazionale a comando americano, la Task Force "Trailblazer" composta anche da reparti di volo dell'US Air Force, dell'US Army Aviation e dell'Ejercito de Tierra spagnolo.

Il prezioso contributo di mobilità aerea dei militari dell'Aviazione dell'Esercito Italiano si aggiunge ai militari delle Forze Armate Italiane che operano nella missione i  Iraq con il compito di addestrare le Forze di Sicurezza irachene e curde (Peshmerga) con un unico obiettivo: combattere la minaccia di Daesh in Iraq.  

la sottile linea rossa