La carriera di Andrea Bocelli, da cantante a capo claque di Matteo Salvini
Lunedì era la giornata dei fratelli Sgarbi che, "di concerto", promuovono le rispettive attività "economiche" con eventi pseudo-politici e pseudo-culturali... naturalmente con la partecipazione di quanti, al momento, hanno o ritengono di avere la necessità di farsi pubblicità.
Così nella stessa giornata, nel congresso para-leghista di Vittorio Sgarbi andato in scena a Roma, abbiamo potuto ascoltare le dichiarazioni di un Andrea Bocelli travestito da negazionista, mentre in serata, nell'evento della "Milanesiana" organizzato da Elisabetta Sgarbi, abbiamo potuto assistere alla rappresentazione di un Andrea Bocelli travestito da frainteso.
Il cantante di Lajatico, ormai da tempo ex/tenore (purché lo sia mai stato in passato!), come richiede la scaletta da decenni consolidata dello spettacolo italiano, per continuare a galleggiare alle luci della ribalta (del nostro Paese), si è scelto una parte politica di riferimento e, con le dichiarazioni sgangherate di lunedì, Bocelli ha voluto dimostrare alla destra in generale, ed alla Lega in particolare, da che parte sta.
Che da tempo Bocelli abbia smesso di cantare in modo decente (almeno per quanto riguarda il repertorio lirico) è più che certo, quello che sorprende è che, pur non avendo finora dato prova di essere un cretino, lunedì si sia invece prestato a sostenere un convegno alquanto controverso, rilasciando oltretutto dichiarazioni a dir poco strampalate e sciagurate, soprattutto quando ha fatto intendere di ritenere che i ricoveri in terapia intensiva per Covid fossero, in pratica, una bufala.
Poverino. Viste (più che altro sentite) le reazioni che ha provocato nell'opinione pubblica (non tutti sono negazionisti-sovranisti), Bocelli ha fatto marcia indietro all'evento serale, sempre e immancabilmente targato Sgarbi... seppure al femminile, stavolta tenutosi a Milano.
"Ho fatto un intervento al Senato e in seguito a questo intervento, curiosamente, sono stato definito un negazionista", ha detto Bocelli alla Milanesiana. "Che strano... mi sono speso fin dal primo giorno per aiutare chi era in difficoltà in ragione del virus.
Con la fondazione che porta il mio nome abbiamo cercato di recuperare subito tutto quello che serviva, poi sono venuto qui nella città un po' simbolo del contagio per fare una preghiera per tutti e anche per dimostrare che la paura è la sola cosa di cui bisogna avere paura. Deve essere su questo fatto che sono stato un po' frainteso.
Grazie a Dio, stasera lo dimostra, siamo tutti qui insieme, anche abbastanza vicini l'un l'altro. Ci sono stati episodi, ormai da più di un mese, che ci hanno rassicurato su questo piano: il Napoli dopo la vittoria della Coppa Italia ha fatto il diavolo a quattro e non è successo niente. Io sono un ottimista per natura e voglio sperare che da qui si voglia e si possa ripartire".
L'Andrea Bocelli che si dice frainteso è, in realtà, un Andrea Bocelli palesemente confuso e palesemente (anche se quasi per certo non ingenuamente) sfruttato, come dimostra l'ultimo messaggio della propaganda leghista che per recuperare consensi adesso ha deciso di promuovere apertamente il "liberi tutti"...
Bocelli, però, prestandosi a far da capo claque a Matteo Salvini, non ha tenuto conto di quanta gente avrebbe fatto indignare (il termine esatto è inc....re), la stessa che da un paio di giorni sta riversando la propria rabbia via social utilizzando l'hashtag #BocelliVergognati...
Ne valeva la pena?