¡Los fascistas no pasarán! ¡No pasarán! 

Con queste parole Dolores Ibarruri concludeva il suo appello ritrasmesso alla radio per invitare le forze democratiche a combattere i militari franchisti all'inizio della guerra civile spagnola.

Anche oggi, seppure in forma diversa, decine di migliaia di persone sono "costrette" a scendere in piazza per dire che il fascismo non passerà... in Italia, in Europa, nel mondo.

Questo il senso della manifestazione che si è svolta oggi a Roma in piazza San Giovanni per ricordare a tutti che l'assalto alla sede della Cgil, il tentato assalto alle sedi del governo e del Parlamento, l' assalto al Pronto soccorso dell'ospedale Umberto I non sono episodi da etichettare come casuali o goliardici, ma frutto di una precisa strategia che mira a incanalare il malessere e il malcontento post Covid contro le istituzioni e le forze democratiche del Paese come cento anni fa è accaduto nei mesi che precedettero la marcia su Roma.

"Oggi è il giorno della risposta, un giorno per gridare che la Costituzione di questo Paese è nata dalla Resistenza e dall’antifascismo. E per ribadire, ce ne fosse ancora bisogno, che il lavoro, nella nostra società, deve tornare al centro dell’agenda politica, economica, sociale, perché solo il lavoro, tutelato dai diritti, può salvarci da anni e anni di crisi finanziaria e, adesso, sanitaria. Oggi è il 16 ottobre, ma sembra un po’ un Primo maggio, un po’ un 25 aprile. È il giorno del dolore per quello che è successo, del ricordo, ma anche dell’orgoglio, della militanza, dell’appartenenza, dell’unità e della voglia di futuro".

Così, il direttore di Collettiva (Cgil), Stefano Milani, ha introdotto la manifestazione i piazza San Giovanni.

Una manifestazione definita dal segretario della Cisl, Luigi Sbarra

"un segnale di grande unità del Paese contro ogni forma di fascismo di deriva antidemocratica. Vogliamo rilanciare e affermare i valori del lavoro, della partecipazione, così importanti e diffusi nella nostra Costituzione e nella nostra Repubblica. ... Una grande manifestazione civile per alzare un argine contro gli estremismi eversivi, deflagrati sabato scorso nel grave assalto squadrista contro la sede nazionale della Cgil dopo un lungo crescendo di violenze, minacce e atti vandalici contro tutto il sindacalismo confederale. … Se il mondo del lavoro e in particolare il sindacalismo confederale è nel mirino di questi professionisti del terrore una ragione c’è. Insieme ai lavoratori si vuole colpire la cultura del dialogo, dell’inclusione, dell’integrazione. Sono i valori per cui ci battiamo da sempre e che hanno visto, negli ultimi mesi, nascere importanti accordi concertati tra il Governo e le Parti sociali. Un metodo insopportabile per chi professa l’incultura del totalitarismo, dei sovranismi autocratici, della xenofobia. (…)"

Mentre Bombarderi, segretario della Uil, l'ha semplicemente definita 

"una manifestazione antifascista.  Nelle nostre sedi e nelle nostre piazze non c’è spazio per fascisti e violenti. Questa è un’occasione per ricostruire l’unità del Paese esattamente come è stato per la resistenza".

E questo, è quello che ha detto il segretario della Cgil, Maurizio Landini:

"Questa bellissima piazza parla a tutto il Paese. Lo vogliamo dire con molta forza: questa di oggi non è solo una risposta allo squadrismo fascista, necessaria e importante. Ma è qualcosa di più, questa piazza rappresenta tutta l’Italia che vuole cambiare questo Paese e chiudere la storia con la violenza politica. Tutto il Governo assuma questa sfida e apra una fase di grande cambiamento sociale". 

 Sciogliere Forza Nuova

"C’è un primo atto: chiediamo che il Governo lo faccia e lo faccia col sostegno di tutto il Parlamento. Le forze che si richiamano al fascismo e usano violenza devono essere sciolte. Questa piazza chiede atti concreti, non chiacchiere".

"Sabato hanno fatto molti danni, anche alle opere d’arte, ma sono convinto che non sapevano nemmeno cosa stavano guardando. Il quadro all’ingresso di Guttuso non sapevano cos’era, era troppo complicato per loro. Ma questo vuol dire che il fascismo si sconfigge con la conoscenza e la cultura. Il fascismo era un regime ma con un consenso di massa. Un sistema istituzionale basato sulla logica dell’uomo solo al comando. La lotta al fascismo si fa innanzitutto estendendo la democrazia e la partecipazione, a partire dalla comprensione dei bisogni popolari nel Paese".

Situazione nel settore del lavoro

"Noi organizzazioni sindacali vogliamo essere protagonisti del cambiamento necessario. C’è un’emergenza fondamentale che si chiama lavoro. L’obiettivo che dobbiamo assumere è l’obiettivo della buona e piena occupazione. È necessario costruire una moderna rete antifascista e democratica che sia continentale, perché la democrazia non si esporta con le guerre, ma col lavoro e coi diritti".

Essere antifascisti

"Questa piazza rappresenta tutta l’Italia che vuole cambiare questo Paese, che vuole finirla con la violenza. Essere antifascisti non è essere contro qualcuno ma per garantire la democrazia di tutti e i principi fondamentali della nostra Costituzione – precisa Landini -. Chiediamo che tutto il Governo assuma questa sfida e apra una fase di grande cambiamento sociale del Paese. Questa piazza è la sconfitta di chi pensava che con un atto di violenza si potesse tornare indietro di cento anni".

Una manifestazione che, secondo gli organizzatori, ha visto la partecipazione di 100mila persone (ma si tende sempre ad esagerare), che hanno risposto alla violenza neofascista con palloncini tricolori, bandiere e striscioni. Presenti anche membri del governo e politici del centrosinistra. Si sono fatti vedere i ministri del Lavoro Andrea Orlando, della Cultura Dario Franceschini, degli Esteri Luigi Di Maio. Presenti anche il candidato sindaco di Roma Roberto Gualtieri, il fondatore di Libera Don Ciotti, il presidente del M5s Giuseppe Conte e il segretari del Pd, Enrico Letta.

Nessuno dei leader della destra era presente in piazza. Non vi era Tajani per Forza Italia, non vi era Matteo Salvini per la Lega, non vi era Giorgia Meloni, per Fratelli d'Italia e non vi era neppure il loro nuovo alleato, Matteo Renzi per Italia Viva che per far vedere di essere democratico ha ordinato di partecipare alla manifestazione ai suoi sodali.